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Legambiente Carrara: no alla commissione segreta sugli agri marmiferi

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Perché la discussione su quella che sarà una legge fondamentale per la città deve svolgersi a porte chiuse, come se cittadini, stampa e associazioni costituissero un pericolo?

di Legambiente Carrara

CARRARA – Leggiamo sulla stampa che l’Amministrazione ha deciso di istituire una commissione di studio sul regolamento degli agri marmiferi, una specie di “fotocopia” dell’attuale Commissione Marmo, con l’aggiunta di avvocati e tecnici del Comune, ma con la fondamentale differenza che si tratterà di una “commissione a porte chiuse”, con l’esclusione quindi di stampa e cittadini singoli o rappresentanti di associazioni.

Siamo rimasti stupefatti e increduli. Francamente non comprendiamo la ratio di questa scelta, giustificata con l’affermazione che così la commissione procederebbe più velocemente. Non vediamo infatti come la presenza dei cittadini e della stampa come semplici “uditori”, cioè senza alcuna possibilità di intervento com’è la regola per le commissioni consiliari, possa rallentare o disturbare i lavori di una commissione.

Non capiamo perché la discussione su quella che sarà una legge fondamentale per la città debba essere confinata in stanze segrete, come se cittadini, stampa e associazioni costituissero un pericolo. Vogliamo anche ricordare ai nostri amministratori che sono espressione di un Movimento che ha fatto della partecipazione attiva dei cittadini un elemento distintivo del suo agire politico e che la trasparenza degli atti amministrativi è fondamentale per mantenere la fiducia della città.

Il regolamento degli agri marmiferi presenta tanti aspetti controversi e delicati ed è fondamentale che ogni sua parte venga attentamente soppesata. Proprio per questo riteniamo che la partecipazione di cittadini e associazioni a tutte le fasi della sua elaborazione sia da ritenersi un valore aggiunto. Infatti, pur non intervenendo durante la seduta, cui assisterebbero da uditori, cittadini e associazioni potrebbero prendere contezza dei problemi e intervenire in seguito con proposte e contributi tecnico-scientifici, fornendo così un apporto prezioso all’attività dell’Amministrazione.

Chiediamo pertanto all’Amministrazione di recedere dalla decisione presa e di rendere pubbliche le riunioni della commissione di studio appena istituita.
Con l’occasione, sottolineiamo nuovamente la difficoltà dei cittadini a conoscere le date di convocazione delle commissioni consiliari e suggeriamo di porvi rimedio, attuando le proposte già da noi avanzate il 1° marzo per meglio pubblicizzare le sedute.