Il progetto Expédition MED valuterà i rischi di esposizione alla “plastisphère” delle balene del santuario Pelagos. Nell’Arcipelago toscano la concentrazione di plastica può arrivare fino a 10 kg per km2.
LIVORNO – GROSSETO – Una Plastisphère, una sfera di plastica. Così gli ambientalisti francesi del progetto Expédition MED sono convinti che sia ormai diventato il Mediterraneo perché rappresenta “un nuovo ecosistema composto da micro-organismi e batteri potenzialmente pericolosi per le specie marine, compresi i cetacei».
Per questo Expédition MED ha aderito al progetto “Pelagos Plastic Free”, che si basa proprio sulla necessità di ridurre l’inquinamento causato dai rifiuti plastici in mare, per limitare l’impatto sulla salute delle diverse specie di cetacei che vivono in questa zona marina protetta.
Pelagos Plastic Free è un’iniziativa diretta da Legambiente in partenariato con Expédition Med, Parco nazionale delle Cinque Terre, Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Unicoop Firenze, Mareblu e Novamont,
Quelli di Expédition MED spiegano che «Le zone di alimentazione delle balene coincidono con siti ad alta concentrazione di macro e microplastiche nel santuario Pelagos. L’Arcipelago toscano è una delle regioni del Mediterraneo con una concentrazione di plastica che può arrivare fino a 10 kg per chilometro quadrato. Le grandi specie che si alimentano attraverso il filtraggio del plancton, come la balenottera comune (Balenoptera physalus), ingeriscono anche le microplastiche».
Proprio la balenottera comune sarà il cetaceo simbolo di Expédition MED: si tratta di un gigantesco mammifero marino che raggiunge e supera i 22 metri di lunghezza e le 70 tonnellate di peso e del secondo più grande animale che vive sul pianeta, superato solo dalla balenottera azzurra (Balaenoptera musculus). La popolazione di balenottere comuni del Mediterraneo è endemica e ogni anno un migliaio di individui migrano dalla Libia verso le acque del Santuario Pelagos – che raggiungono profondità superiori ai 1.000 metri – principalmente in estate quando abbonda il loro cibo preferito: il krill. Come spiegano a Expédition MED: «Ogni anno dei neonati e dei cuccioli di piccola taglia (circa 6 m e 2 tonnellate) vengono osservati in prossimità della Provenza o della Corsica».
Dopo la prima campagna realizzata nel 2017 sulla “plastisfera” nel Mediterraneo (lo studio dei campioni raccolti è ancora in corso), la campagna 2018 di Expédition MED cerca volontari per proseguire lo studio delle comunità di microbi che colonizzano i rifiuti marini di plastica galleggianti nel santuario Pelagos.
Gli ambientalisti francesi ricordano che «I risultati delle biopsie sulle balene del Mediterraneo hanno rivelato concentrazioni più elevate di sostanze chimiche persistenti e tossiche, additivi plastici e biomarcatori rispetto alle balene che vivono in habitat meno inquinati».
IL SANTUARIO PELAGOS
Il Santuario Pelagos, che si estende per 90mila km2, è un’area marina protetta istituita nel 2001 grazie a un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco.
Le sue acque – comprese tra Punta Escampombariou (costa francese), Capo Falcone (Sardegna occidentale), Capo Ferro (Sardegna orientale) e Fosso Chiarone (Toscana) – presentano condizioni fisiche e climatiche particolarmente favorevoli per la sopravvivenza dei cetacei.
Fonte: Legambiente Arcipelago Toscano
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