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“Generali investe in carbone e disastri climatici”, la protesta di Greenpeace

Una volontaria in Corso Italia a Pisa (foto da Greenpeace)
Una volontaria in Corso Italia a Pisa (foto da Greenpeace)

Questa mattina i volontari hanno distribuito finte polizze di assicurazione a Pisa e in altre città italiane. Il primo gruppo italiano sotto accusa per gli investimenti in alcuni degli impianti più inquinanti d’Europa.

PISAUna finta polizza con cui Generali assicura i cambiamenti climatici. È quanto hanno distribuito questa mattina i volontari di Greenpeace in 18 città italiane, con postazioni in prossimità di alcune agenzie del più grande gruppo assicurativo italiano. Generali infatti offre copertura assicurativa a impianti e miniere di carbone. L’accusa mossa da Greenpeace è di finanziare alcuni dei più inquinanti impianti d’Europa, tra i principali responsabili dei cambiamenti climatici.
A Pisa i volontari del Gruppo Locale hanno effettuato quest’attività di denuncia in Corso Italia.

La finta polizza distribuita davanti alle agenzie di Assicurazioni Generali (foto da Greenpeace)
La finta polizza distribuita davanti alle agenzie di Assicurazioni Generali (foto da Greenpeace)

«Generali ha recentemente annunciato una ‘strategia sul cambiamento climatico’, eppure intende continuare ad assicurare e investire in alcuni degli impianti più impattanti del continente, i cui drammatici effetti arrivano fin dentro casa nostra», dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Se Generali vuole essere efficace nella lotta ai cambiamenti climatici deve immediatamente abbandonare gli investimenti nel carbone, senza alcuna eccezione, e terminare anche la copertura assicurativa di centrali e miniere, a cominciare dai contratti attualmente in vigore ma in procinto di scadere»

Il Leone di Trieste, insieme ad altre compagnie assicurative come Allianz e Munich RE, è tra i principali investitori e assicuratori del carbone in Polonia, un settore dagli impatti ambientali e sanitari devastanti responsabile, secondo le cifre fornite da Greenpeace, di 5.830 morti premature stimate ogni anno in Europa. Il secondo Paese più colpito dall’inquinamento di questi impianti sarebbe proprio l’Italia, con un numero di morti annue premature stimate in oltre 400, più di una al giorno.

«Vogliamo che Generali diventi un vero leader nella lotta ai cambiamenti climatici. La più importante compagnia assicurativa italiana ha la possibilità e il dovere di fare qualcosa di concreto per la salute dei cittadini e del Pianeta», continua Iacoboni. «L’abbandono del carbone e dei combustibili fossili da parte di Generali potrebbe dare un segnale enorme anche al resto del mercato, come accaduto per esempio con il disinvestimento della compagnia assicurativa francese Axa».
Greenpeace Italia ha lanciato nei giorni scorsi una petizione rivolta a Philippe Donnet, Group CEO di Assicurazioni Generali. Oltre 20mila persone hanno già firmato per chiedere alla compagnia italiana di abbandonare completamente il carbone, sia nel settore investimenti che in quello assicurativo, e diventare leader nella lotta ai cambiamenti climatici.

Fonte: Greenpeace Gruppo Locale Pisa

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