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Vivaismo e veleni chimici. Fattori (Sì): “A rischio ambiente e salute”

Vivaismo e veleni chimici

“Bocciate le stesse raccomandazioni di Arpat, l’agenzia regionale per l’ambiente. Enormi le pressioni sulla politica da parte degli imprenditori del vivaismo”.

PISTOIA – La provincia di Pistoia ha nel settore vivaistico una delle sue eccellenze con ben 6000 ettari dedicati, 1500 aziende e oltre 5500 addetti. Una grande ricchezza, ma anche un problema per l’ambiente e la salute umana, a causa di un uso eccessivo di pesticidi che si diffondono nelle acque, nell’aria e nei suoli in tutte le aree limitrofe.

Il gruppo regionale Sì -Toscana a Sinistra ha chiesto, con una mozione presentata dal capogruppo Tommaso Fattori, di attuare quanto proposto recentemente da ARPAT, ovvero la separazione dei circuiti idrogeologici nella costruzione dei pozzi, la regolamentazione delle ‘zone di protezione’ e una disciplina non derogabile delle ‘zone di tutela assoluta’ e delle ‘zone di rispetto’, in cui siano garantite le distanze minime (‘fasce di rispetto’) fra le aree trattate e quelle dove le persone vivono. Il tutto potenziando il controllo sull’uso dei fitofarmaci nei vivai, indirizzando gli operatori verso prodotti sempre meno impattanti e agro-ecologici e aumentando i controlli sulla regolarità dei prodotti utilizzati e delle procedure lavorative.

“Un vivaismo sostenibile e con meno veleni? Ogni volta che proviamo a toccare questo tasto – dichiara Tommaso Fattori – in Consiglio regionale si alza un muro impenetrabile a difesa dello ‘status quo’ che compatta un fronte trasversale che va da Pd-Mdp fino a Fratelli d’Italia, passando per Lega e Forza Italia. Eppure i dati ufficiali sulle sostanze chimiche impiegate nel pistoiese sono preoccupanti e indicano un aumento delle quantità negli anni, in particolare di diserbanti come il Glifosate”.

Un’iniziativa di legge che propone di aumentare le distanze minime tra le aree agricole trattate e le aree frequentate dalla popolazione, spiega ancora Fattori, è insabbiata in commissione da tempo immemorabile. Neppure le distanze previste dalla legge attuale vengono rispettate. Ma la cosa più incredibile è che il fulcro delle nostre richieste ricalca alla lettera le raccomandazioni di ARPAT, l’Agenzia per l’ambiente della stessa Regione. Evidentemente sono enormi le pressioni sulla politica da parte degli imprenditori del vivaismo, restii a investire nell’unica direzione possibile, quella che deve far convivere attività vivaistica, ambiente e salute, puntando alla drastica riduzione di pesticidi e veleni chimici.”.

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