Secondo uno studio condotto in 37 foreste tropicali maggiore è il numero di persone minore è la quantità di mammiferi presenti.
Redazione
14 febbraio 2025
FIRENZE – Nelle foreste tropicali i mammiferi diminuiscono laddove è maggiore è la presenza dell’uomo. A questa conclusione è arrivata una ricerca dell’Università di Firenze. Si tratta del primo studio che, utilizzando la più consistente mole di dati da foto-trappolaggio mai raccolta, mostra come gli effetti della sovrappopolazione umana e della perdita di habitat in aree tropicali impattino gravemente sulla fauna, causando estinzioni locali e diminuzione delle specie rimaste.
Le foreste tropicali, pur essendo luoghi eccezionali in termini di biodiversità, sono allo stesso tempo le aree con la più alta concentrazione di mammiferi minacciati. Se da una parte è ormai appurato che la causa di queste minacce sia di origine umana, dall’altra rimangono ancora poco chiare le modalità con cui il disturbo antropico nelle landscape (paesaggi) intorno a queste aree impatti sulle comunità di mammiferi.
Lo studio è stato condotto da Francesco Rovero e Ilaria Greco, rispettivamente docente di Ecologia e assegnista del Dipartimento di Biologia. La ricerca ha coinvolto altri 43 scienziati da 51 enti di ricerca nel mondo, che hanno contribuito sia con i dati dalle rispettive aree di ricerca sia con il supporto alle analisi. “Abbiamo utilizzato oltre 550mila immagini di mammiferi da oltre 2.000 foto-trappole, piazzate in 37 foreste tropicali – spiega Ilaria Greco – e analizzato il numero di specie e la distribuzione delle comunità di mammiferi (239 specie in totale) in relazione al disturbo antropico che agisce a livello di landscape circostante le aree monitorate”.
I ricercatori hanno esaminato i dati con un modello statistico elaborato per valutare le variazioni globali di quantità e distribuzione delle specie in relazione all’incremento della popolazione umana, alla vicinanza agli insediamenti, alla perdita di habitat forestale e alla frammentazione delle foreste entro un raggio di 50 chilometri dalle aree di studio.
Lo studio ha così rilevato che l’aumento della densità umana è l’unico fattore associato a variazioni globali nella numerosità di specie: maggiore è il numero di persone, minore è la quantità di mammiferi nella zona. Per quanto riguarda le variazioni nella distribuzione nelle specie, queste sono risultate dipendenti dalla copertura e frammentazione delle foreste: le popolazioni di mammiferi diminuiscono nelle aree più frammentate e caratterizzate da perdita di foresta.
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