Il Wwf chiede l’eliminazione delle navi obsolete, la decarbonizzazione del trasporto marittimo e il risarcimento dei danni ambientali.
Redazione
31 gennaio 2025
MASSA – L’anno era iniziato bene con l’annuncio della tanto attesa partenza del piano di bonifica delle aree inquinate SIN e SIR di Massa e Carrara ma l’incidente del 28 gennaio che ha portato la nave Guang Rong a incagliarsi sul pontile di Marina di Massa si è abbattuto come una scure su un’area già martoriata da anni di inquinamento pregresso. Il cargo, di oltre 100 metri di lunghezza e progettato per il trasporto di pietrame granulato, ha distrutto la rotonda del pontile e ha perso parte del carico, che consisteva in residui della lavorazione del marmo.
La preoccupazione è legata soprattutto ai rischi ambientali. Il cargo trasportava ghiaia, ma a preoccupare è stata soprattutto una possibile fuoriuscita del carburante contenuto nei serbatoi, 107 tonnellate in totale, che fortunamente non sembra essere finito in mare se non in minima parte. Con l’accusa di naufragio colposo il comandante della nave, Milan Durisic, cittadino della Repubblica del Montenegro, è indagato dalla Procura di Massa. La nave era stata fermata già nel 2023 dalla Guardia costiera che aveva rilevato 12 irregolarità, di cui 7 gravi.
L’incidente riaccende i riflettori su quanto il Mediterraneo sia un bacino estremamente delicato, scrigno di biodiversità, in cui si concentra il 15% del traffico marittimo mondiale. Un incidente di sversamento rischia di avere conseguenze ambientali, ma anche impatti pesanti sull’economia locale, il settore della pesca e il turismo costiero. Il Mediterraneo resta uno dei mari più trafficati al mondo con circa 200.000 navi che attraversano le sue acque ogni anno. L’aumento del traffico comporta un rischio crescente di incidenti, come le collisioni tra le navi e i grandi mammiferi marini.
Sulla questione interviene il Wwf che chiede con forza: “Eliminazione delle navi obsolete: ritiro delle petroliere prive di doppio scafo e costruite prima del 1982 da tutti i porti italiani, fissando una durata massima di attività per le navi che trasportano sostanze pericolose a 23 anni dal varo; regolamentazione della navigazione nelle aree sensibili: implementazione di zone off-limits e regole più severe per la navigazione nelle aree marine protette, come il Santuario dei Cetacei; miglioramento delle tecnologie di prevenzione e risposta: adozione di tecnologie avanzate per la prevenzione degli incidenti e la gestione degli sversamenti; promozione della decarbonizzazione del trasporto marittimo: collaborazione con armatori e compagnie di trasporto per ridurre le emissioni del settore attraverso l’adozione di carburanti a basse emissioni e l’implementazione di misure incentivanti; chi inquina deve pagare: oggi questo può avvenire sia attraverso alcune previsioni normative contenute nel Testo Unico Ambientale (D.lgs. n. 152/2006) sia grazie alla legge n. 68/2015 sugli ecoreati che prevede tra i nuovi delitti anche l’inquinamento e il disastro ambientale”.
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