A lavoro concluso saranno disponibili on line ad alta risoluzione quasi 4 milioni di pezzi tra Erbario Centrale e altre collezioni botaniche italiane.
di Iacopo Ricci
14 dicembre 2024
FIRENZE – All’Erbario Centrale Italiano di Firenze è stato raggiunto il traguardo di 2 milioni di campioni digitalizzati: un risultato straordinario ottenuto in poco più di 9 mesi. Procede così a grandi passi la digitalizzazione massiva dei più grandi erbari italiani in corso a Firenze: quasi 4 milioni di pezzi tra Erbario Centrale e altre collezioni.
Un’impresa colossale frutto della collaborazione tra le Università di Firenze e Padova con il National Biodiversity Future Center, il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità, che ha ottenuto un finanziamento di circa 7 milioni di euro del PNRR.
Con la digitalizzazione dei campioni fiorentini in dirittura d’arrivo il progetto si estenderà presto agli altri grandi erbari italiani, da Padova a Roma, Palermo e oltre. A lavoro concluso – si stima tra meno di un anno – i dati confluiranno in un immenso database che sarà a disposizione di appassionati e studiosi, ricco di informazioni sulla biodiversità vegetale del passato che potrà essere comparata a quella del presente. Un patrimonio inestimabile che presto non sarà più consultabile unicamente “su carta” recandosi sul posto ma potrà essere studiato da qualunque parte del mondo.
Un patrimonio immenso disponibile on line
L’Erbario Centrale di Firenze, il più grande del nostro Paese, custodisce oltre 2 milioni di piante, ci sono persino campioni raccolti da Charles Darwin alle isole di Capo Verde. Qui da nove mesi è in corso la digitalizzazione dei campioni al ritmo di 10-12 mila al giorno. Si tratta di una delle operazioni scientifico-naturalistiche più importanti degli ultimi decenni. I fogli con le piante raccolte anche secoli fa e conservate a Firenze da metà Ottocento vengono prelevati dai faldoni, posti sui nastri trasportatori da operatori specializzati e fotografati, poi ricollocati al loro posto sugli scaffali. Questo permette di acquisire e rendere accessibili in rete sia le immagini ad alta definizione di ogni singolo foglio d’erbario sia le informazioni trascritte dalle etichette (la ‘carta d’identità’ della pianta) in modo che chiunque possa accedere a questo tesoro.
Questo patrimonio botanico ricostruisce la flora del passato e racconta quello che sta succedendo adesso. Tra meno di un anno la messa in rete di quasi 4 milioni di campioni renderà le collezioni accessibili online permettendo alla comunità scientifica, nazionale e internazionale, di consultare e studiare questo immenso patrimonio naturale.
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