Uno studio della Commissione Ue prevede da qui al 2100 un aumento della mortalità del 13,5% in Europa, soprattutto tra gli anziani.
di Sandro Angiolini
8 dicembre 2024
Anche se in questi giorni fa freddo (ed è perfettamente normale) stiamo chiudendo un altro anno con temperature medie e massime record. Nonostante coloro che ancora negano il cambiamento climatico o che alzano le spalle dicendo che, se da un lato soffriremo di più il caldo, dall’altra patiremo meno il freddo, quindi saremo pari.
Ma non funziona così. Ce lo dice questa settimana un rapporto redatto dal Joint Research Centre della Commissione Europea, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica “The Lancet Public Health”. Lo studio, basato sui dati di 854 città con almeno 50.000 abitanti, ha fatto una proiezione dell’incidenza della mortalità da qui al 2100 in Europa, prendendo in considerazione il tasso d’invecchiamento della popolazione e l’aumento tendenziale delle temperature, per stimare infine la mortalità attesa, a seconda di cinque diversi scenari, nei vari Paesi.
I risultati puntano tutti in un’unica direzione: il bilancio tra morti aggiuntive legate all’innalzamento delle temperature estive e tra minori morti connesse a inverni mediamente più miti è negativo, con un 13,5% circa di aumento netto della mortalità nella popolazione, soprattutto a carico degli anziani (che rappresentano una quota crescente delle società europee e occidentali). Il Sud dell’Europa, cioè Spagna, Grecia, Italia, Malta e parti della Francia e della Croazia, saranno le aree maggiormente colpite da questa tendenza negativa.
Pur tenendo conto che lo studio si è incentrato sulla sola popolazione dei centri urbani e che chi vive in zone rurali potrà bilanciare meglio gli aumenti di temperatura, sono dati che merita ricordare.
E per chi pensasse che in fondo il cambiamento climatico colpisce solo noi Umani arriva sempre questa settimana dal noto quotidiano inglese The Guardian una notizia che ritengo opportuno segnalare. Un recente articolo pubblicato sulla rivista “Science of the Total Environment” indica che circa 350 elefanti morti quattro anni fa in Botswana nell’arco di due mesi erano stati avvelenati da acqua disponibile in pozze contaminate dallo sviluppo anomalo di ciano-batteri (o alghe verdi-blu), favorito proprio dal cambiamento climatico.
Per la serie: negare o sottovalutare gli effetti negativi del cambiamento climatico non appare una cosa saggia.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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