Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Clima, a Baku è andata molto male… andrà meglio a Belem?

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Immagine dal sito ufficiale della COP29 di Baku

Far ospitare vertici del genere a un Paese produttore di petrolio non era parso un buon inizio ma la fine è stata peggiore. Vediamo cosa si può salvare.

 

di Sandro Angiolini
24 novembre 2024

I vertici internazionali sono eventi molto complicati, dove è difficile trovare un accordo tra Paesi che hanno retroterra culturali (e soprattutto interessi economici) molto diversi tra di loro e tendono a diffidare degli altri. Se a questo si aggiunge il fatto che, negli ultimi anni, si è assistito a uno spostamento a Destra di alcuni governi assai influenti (vedi l’esito delle recenti elezioni negli USA) si comprende meglio l’esito deludente della COP29 – il vertice mondiale sulla lotta al cambiamento climatico – finita questa settimana a Baku, capitale dell’Azerbaijan.

In estrema sintesi: per quanto riguarda il tema della mitigazione delle emissioni in atmosfera che lo provocano hanno vinto i Paesi del Sud, che spingevano per non avere limiti troppo stringenti che rischiassero di rallentare il loro sviluppo economico, mentre sul tema dei finanziamenti per contrastare efficacemente il cambio climatico hanno vinto quelli del Nord, che non volevano sborsare più di tanto (si sono fermati a 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035, secondo le stime più ottimistiche ce ne vorrebbero almeno 400). Da qui i commenti negativi di tutte le associazioni ambientaliste presenti al summit. Far ospitare vertici del genere a un Paese produttore di petrolio non era parso un buon inizio, ma la fine è stata indubbiamente peggiore.

Il fatto è che questo genere di incontri rappresenta anche uno degli strumenti principali per prendere decisioni che coinvolgano l’intera popolazione del pianeta, quindi non se ne può fare a meno. In maniera analoga, nessuna Nazione può pensare di gestire da sola problemi come l’inquinamento dei mari o la diffusione di epidemie. Occorre perciò lavorare con ogni strumento per cercare di sfruttare quel poco di buono che si raggiunge. Vediamo cosa si può salvare da Baku:

300 miliardi di dollari all’anno non sono molti, ma ce ne sono altri 1.300 aggiuntivi su cui sarà chiamato a decidere nel 2025 il prossimo summit che si terrà a Belem (Brasile). Il presidente brasiliano è più sensibile ai temi ambientali di molti altri: riuscirà la sua diplomazia a scardinare resistenze che oggi sembrano di acciaio temprato?

– l’accordo di Baku ha per la prima volta coinvolto anche Paesi “in via di sviluppo” (leggi quelli arabi produttori di petrolio e la Cina) tra i finanziatori della lotta al cambiamento climatico. Ma si devono definire i meccanismi con cui dovranno farlo;

– sempre per la prima volta, sono state gettate le basi per un sistema comune mondiale di scambio dei diritti di carbonio. Sistemi del genere esistono già da circa 20 anni in Europa e altri Paesi sviluppati, e più di recente anche in Cina. Questi crediti dovrebbero rappresentare emissioni di CO2 ridotte o rimosse dall’atmosfera e possono essere scambiati tra Paesi e imprese. I mercati di crediti puntano a incentivare la riduzione delle emissioni globali fornendo un beneficio economico ai Paesi/soggetti più virtuosi, che vendono crediti a chi è in ritardo sugli obiettivi climatici (che così subisce un costo aggiuntivo legato alla sua minore efficienza). Non è un risultato da sottovalutare, ma anche in questo caso si devono concordare regole precise per armonizzare il nuovo sistema di scambio globale.
Non so come sarà il prossimo Natale,  ma di sicuro la Befana ci porterà un sacco pieno di carbone…

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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