Ricerca

Microplastiche nei suoli agricoli, l’Ateneo di Pisa farà ricerca a Vecchiano

Ricercatori italiani e cinesi nella zona della bonifica di Massaciuccoli per definire nuovi protocolli di ricerca e studiare possibili soluzioni.

 

Redazione
12 novembre 2024

VECCHIANO (Pi) – La plastica dispersa nell’ambiente non sparisce ma si riduce in particelle più piccole di 5 mm. La diffusione delle microplastiche negli ambienti marino e terrestre deriva prevalentemente dall’utilizzo estensivo della plastica in confezioni alimentari, bottiglie, tessuti sintetici, vernici, pneumatici per auto, prodotti per la cura della persona e apparecchiature elettriche. Il loro passaggio a piante, animali e cibo è breve ma una volta ingerite possono causare tossicità, infiammazioni, disturbi metabolici, neurotossicità e aumento del rischio di cancro nell’uomo.

Definire nuovi protocolli per affrontare la contaminazione da microplastiche nei terreni agricoli e nelle acque sotterranee è la sfida del progetto Encompass che unisce nell’impegno Italia e Cina con l’Università di Pisa come capofila e l’Università tecnologica di Shenzhen e l’Eastern Institute of Technology di Ningbo come partner. La sperimentazione sul campo avverrà sia in Cina che in Italia, precisamente nella zona della bonifica di Massaciuccoli, nel comune di Vecchiano.

“La contaminazione da microplastiche nei suoli agricoli ha potenzialmente conseguenze molto serie per le produzioni alimentari, la biodiversità e il benessere degli ecosistemi terrestri in generale – spiega Valter Castelvetro del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano -. A tutt’oggi non esistono protocolli analitici validati e condivisi per gestire il fenomeno, anche a perché è molto difficile isolare le microplastiche dai suoli”.

L’obiettivo di Encompass è dunque condividere e sviluppare nuovi protocolli analitici per determinare quantità e tipologia di microplastica presente nei suoli e nelle acque sotterranee. Le metodologie riguarderanno sia la quantificazione numerica, cioè il numero e la natura delle particelle polimeriche, sia la massa per tipologia di polimero, calcolata quest’ultima secondo una procedura ideata e validata all’Università di Pisa. L’ambizione è inoltre di mettere a punto modelli su scala per studiare in laboratorio il processo di trasporto delle microplastiche dalla superficie alle falde acquifere attraverso le diverse tipologie di suolo.

“L’impatto che deriva dal crescente inquinamento da materie plastiche, e conseguentemente da microplastiche, sulla produttività dei suoli agricoli, sul benessere degli ecosistemi naturali e sulla biodiversità potrebbe essere molto grave nei prossimi anni, anche in considerazione dei possibili effetti sinergici con le alterazioni climatiche, lo sfruttamento intensivo dei suoli e la depauperazione delle importantissime riserve di acqua sotterranea – sottolinea Castelvetro -. Conoscere il problema è un passo fondamentale per poterne comprendere le conseguenze e studiare possibili soluzioni o mitigarne gli effetti”.

Tags