E’ bene non farsi prendere dall’ansia e valutare sempre il rapporto che esiste tra rischi e benefici per la salute nel consumo degli alimenti.
di Sandro Angiolini
29 settembre 2024
Questa settimana vorrei commentare due notizie tra loro strettamente collegate e che ci possono far riflettere sul complesso rapporto tra salute e cibo.
La prima notizia, uscita pochi giorni fa sulla testata inter-alpina “Nos Alpes”, ci informa della decisione di un ospedale del cantone Vallese svizzero che ha vietato l’utilizzo di formaggi a latte crudo nelle proprie strutture basso-vallesane, dove i degenti ospitati sono circa 40 mila all’anno. Il motivo di tale decisione va apparentemente rintracciato in un episodio del maggio 2020, quando a quattro malati furono diagnosticate infezioni invasive dal batterio listeria, che potrebbero essere state contratte dal consumo di formaggi prodotti con latte crudo. I prodotti in questione erano stati prontamente ritirati ma senza escludere che anche i lotti precedentemente serviti fossero contaminati; i pazienti avevano avuto solo sintomi lievi e un esito clinico favorevole.
La seconda notizia, uscita sulla stessa fonte, è invece di qualche mese addietro e scritta dalla stessa autrice della prima. Si riferisce al pericolo che, in un futuro più o meno prossimo, la produzione con appositi lieviti selezionati di formaggi tipici noti per la loro caratteristica muffa superficiale (leggi Brie e Camembert) faccia perdere il patrimonio genetico originale dei funghi responsabili del processo di maturazione di questi formaggi. L’articolo riporta la dichiarazione di una ricercatrice francese che afferma: “Quello che è successo, come accade ogni volta che una forma di vita grande o piccola viene sottoposta a una selezione troppo drastica, è che la sua diversità genetica si è ridotta notevolmente. Affidandosi ai soli cloni anziché a una riproduzione più naturale l’industria ha dunque finito con il generare nel genoma del fungo “Penicillium camemberti” una serie di mutazioni negative che li ha resi quasi sterili”.
Sapete che io rifuggo dalle polemiche e cerco di evidenziare le scelte che come individui e come società possiamo compiere. Queste due notizie mi hanno fatto tornare in mente due detti assai conosciuti: “Mens sana in corpore sano” (da Giovenale) e “Siamo ciò che mangiamo” (da Ludwig Feuerbach). Credo quindi che ormai quasi tutti siano abbastanza consapevoli dell’importanza che un’alimentazione sana e bilanciata possa avere non solo per la salute del nostro corpo ma anche per quella della nostra condizione mentale.
Nello specifico, queste due notizie mi fanno pensare che dobbiamo valutare sempre (e possibilmente meglio, sulla base di tutte le conoscenze disponibili) il rapporto che esiste tra rischi e benefici per la salute nel consumo degli alimenti. Per intenderci: se una certa sostanza ha una probabilità dello 0,001% (è un esempio) di crearmi un problema di scarsa gravità, ma nel contempo il suo consumo mi aiuta a stare meglio per altri aspetti posso accettare, come singolo e come società, quel rischio minimo.
La seconda notizia ci deve far riflettere su un altro principio basilare per il nostro benessere: è sempre rischioso dipendere da “mono-soluzioni”, siano esse coltivazioni, processi produttivi o fonti di energia. Saper conservare un ecosistema, in più contesti, è sempre meglio, perché se la mono-soluzione presenta improvvisamente un problema poi, spesso, non si sa come rimediare.
Spero che chi deve prendere delle decisioni nell’uno e nell’altro campo che ho commentato sappia ispirarsi agli stessi principi.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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