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Perché fermare i nuovi Ogm (NGT), Stefano Mori e Francesco Paniè a Sasseta

Da sinistra Francesco Paniè e Stefano Mori (foto Terranuova edizioni).
Da sinistra Francesco Paniè e Stefano Mori (foto Terranuova edizioni).

Venerdì 30 agosto la presentazione del nuovo libro edito da Terranuova che affronta i pericoli delle NGT (New Genomic Technique).

 

Redazione
27 agosto 2024

SASSETA (Li)Perché fermare i nuovi Ogm è il titolo che Stefano Mori e Francesco Paniè hanno dato al loro nuovo libro, edito da Terranuova, per argomentare di rischi ambientali, di sicurezza alimentare e di brevettazione del vivente. Si tratta sostanzialmente di un appello a lottare per il diritto al cibo e la sovranità alimentare.

I due autori analizzano tutti i pericoli, i retroscena e gli interessi che sono dietro alle New Genomic Techiniques. Venerdì 30 agosto alle ore 21.15 presenteranno il loro lavoro al circolo Emilio Agostini a Borgo di Mezzo, nel Comune di Sasseta, accompagnati dalle letture di Claudia Ridella e dalla musica di Maurizio Lipparini.

perche-fermare-i-nuovi-ogm-NGT-Mori-Paniè-Toscana-AmbienteSecondo il rapporto di Navdanya International Niente di nuovo nei nuovi Ogm le nuove tecnologie di editing genetico sono state più o meno silenziosamente fatte scivolare all’interno di normative agricole di diversi Paesi in modo da bypassare i regolamenti e controlli di sicurezza preesistenti e vigenti in materia: “Le multinazionali minacciano la nostra sovranità alimentare e i giganti del settore agroalimentare e biotecnologico di tutto il mondo non hanno mai smesso di agire dietro le quinte per ottenere modifiche alle normative riguardanti gli organismi geneticamente modificati”.

I nuovi Ogm si chiamano TEA (Tecniche di evoluzione assistita), conosciute anche come NGT (New Genomic Technique). La Corte di Giustizia europea ha ribadito che le NGT non possono essere considerate fuori dal perimetro della Direttiva 2001/18, che definisce e regola gli Ogm. Ha chiesto che vengano sottoposte alle stesse procedure per l’approvazione delle varietà destinate alla coltivazione e delle sperimentazioni in campo aperto.

“Con la falsa pretesa che si tratti di biotecnologie meno invasive, un blocco di interessi consolidati tenta di far passare una supposta equivalenza tra prodotti di laboratorio e piante coltivate nei campi –  scrivono Paniè e Mori – promettendo nuovi Ogm indistinguibili (a detta delle lobby) dai prodotti dell’agricoltura contadina, e che si vorrebbe quindi far arrivare sulle nostre tavole senza più valutazione del rischio, né tracciabilità né etichettatura, oggi obbligatorie per legge”.

Per i due autori il tentativo delle multinazionali è quello di estendere  il dominio sui sistemi alimentari dichiarando l’uguaglianza tra natura e tecnica, tra biotecnologia e agroecologia. Una “santa alleanza”, dicono, quella tra scienza e capitale, che vediamo espressa nel sistema dei brevetti, il pilastro attorno al quale ruota la possibile deregulation dei nuovi Ogm. Una strategia che mira a trascinare i contadini sotto l’influenza dell’industria sementiera.

Stefano Mori è coordinatore del Centro internazionale Crocevia e responsabile del segretariato del Comitato Internazionale di Pianificazione per la Sovranità Alimentare (IPC). Si occupa di politiche agricole a livello globale e nazionale.
Francesco Paniè è giornalista ambientale e campaigner per il Centro internazionale Crocevia. Si occupa di politiche agricole, del cibo, della biodiversità e di supporto ai movimenti sociali per la sovranità alimentare.

Informazioni sull’incontro: 333 42.19.990

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