Era stata svuotata per necessità di manutenzione ma i lavori non sono mai partiti. Il consigliere regionale Cristiano Benucci (Pd) ha presentato un’interrogazione.
Redazione
17 luglio 2024
REGGELLO (Fi) – Da circa due anni giace nell’incuria e nell’abbandono la storica vasca monumentale posta di fronte all’Abbazia di Vallombrosa. La vasca era stata svuotata per eseguire lavori di manutenzione ma a tutt’oggi di questi lavori non c’è traccia. Il caso adesso è finito al centro di un’interrogazione che il consigliere regionale del Pd Cristiano Benucci ha presentato al presidente della Giunta toscana.
«A nessuno sfugge l’importanza e la bellezza di un bene architettonico qual è il complesso dell’Abbazia di Vallombrosa, con il suo grande Pratone e la vasca monumentale, che costituisce un’attrazione nell’attrazione dal punto di vista culturale e turistico – spiega Benucci – Purtroppo da circa due anni la vasca è stata svuotata, ad opera dei Carabinieri Forestali, con l’intento di effettuare lavori di manutenzione e impermeabilizzazione e in seguito provvedere nuovamente al suo riempimento, ma ad oggi tali lavori non sono stati effettuati e il monumento è stato lasciato all’incuria. Credo che tale situazione non debba protrarsi oltre in quanto gli edifici e le opere monumentali, fra i quali è compresa la grande vasca, sono beni storici censiti e già posti sotto tutela ai sensi della legge. Per queste motivazioni, pur non avendo la Regione una competenza diretta visto che si tratta di un bene demaniale statale, ho deciso di portare la questione all’attenzione del presidente Giani, da sempre sensibile e attento sui temi della salvaguardia del patrimonio artistico, storico e culturale».
Benucci chiede quindi al presidente di “sapere se è a conoscenza: della spiacevole situazione in cui versa l’area monumentale di Vallombrosa; delle eventuali modalità e tempistiche relative ai lavori di ristrutturazione e ripristino del bene; della presenza di un’eventuale richiesta da parte dei gestori del bene per l’effettuazione dei lavori e della relativa autorizzazione presso la Soprintendenza, Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato”.
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