Ecosistema

A Montelupo, dove il fiume sta morendo, il Comune dà battaglia contro l’ennesimo pozzo sulla Pesa

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Il progetto di Acque SpA prevede un nuovo mega pozzo di 42 metri per il prelievo di acqua idropotabile. Il Comune dice basta: “Così il torrente muore”.

 

di Gabriella Congedo
15 luglio 2024

MONTELUPO FIORENTINO (Fi) – Mentre i pesci iniziano a morire e l’ecosistema fluviale entra in agonia Acque SpA mette in cantiere l’ennesimo pozzo a Montelupo per prelevare acqua dal torrente Pesa. Il Comune non ci sta e annuncia battaglia.
In questa ridente cittadina famosa per le sue ceramiche la Pesa, dopo aver attraversato tutto il Chianti, termina il suo affascinante percorso e si getta in Arno. Qualche giorno fa, l’11 luglio, all’altezza del centro abitato l’acqua è sparita nel giro di 24 ore, come se qualcuno avesse tolto un tappo, e centinaia di pesciolini sono andati incontro a una morte terribile.

Non è la prima volta che succede. In bassa valle della Pesa, tra Cerbaia e Montelupo, ormai da anni il torrente rimane a secco per un periodo lunghissimo che oscilla dai tre ai sei mesi: l’acqua sparisce a giugno-luglio per ritornare a fine ottobre – inizio novembre. E l’ecosistema fluviale lentamente muore.

Il cambiamento climatico c’entra fino a un certo punto. Il problema vero, spiega chi il fiume lo conosce bene, sono i prelievi eccessivi dalla falda: si prende troppa acqua per soddisfare i bisogni di tutta la valle. E ai prelievi consentiti – già insostenibili – si aggiungono quelli abusivi per annaffiare orti e orticelli. Per di più interventi disastrosi del passato hanno privato la Pesa di quei meccanismi naturali che consentivano la sopravvivenza dell’habitat fluviale. Come i “tonfi”, le buche profonde dove l’acqua rimaneva tutto l’anno.

Adesso il rischio concreto è di vedere le trivelle a Montelupo per scavare un nuovo pozzo. Nei giorni scorsi infatti l’Autorità Idrica Toscana ha convocato, su richiesta di Acque SpA, la conferenza dei servizi per approvare il progetto di un nuovo pozzo (il numero 10 a Montelupo) profondo 42 metri per uso idropotabile. Il Comune si è subito opposto e ha chiesto ad Acque SpA di trovare una soluzione alternativa lontana dalla Pesa.

In realtà sono anni che Montelupo chiede con insistenza alla Regione Toscana e ai gestori del sistema idrico integrato di ridurre i prelievi per riportare il torrente a un livello di naturalità accettabile perché così non si può andare avanti. Dal 2019 c’è anche uno strumento nuovo, il Contratto di Fiume della Pesa, fortemente voluto da Montelupo che ne è il capofila, nato con lo scopo di proteggere e valorizzare il corso d’acqua coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Ne fanno parte per l’appunto anche l’Autorità Idrica Toscana, Acque Spa e l’Autorità di Distretto, ma tant’è.

Nel tentativo di fermare il nuovo pozzo il Comune ha chiesto che venisse attestato lo stato di sofferenza del torrente ma l’Autorità Idrica Toscana in sostanza ha risposto picche: “Per gli aspetti relativi al bilancio idrico e alla concessione di derivazione sono stati regolarmente convocati i soggetti che hanno competenze nel merito” è stata la risposta. Come se non ci fosse nessuna relazione tra le captazioni sotterranee, la siccità del torrente e i danni all’ecosistema.

Montelupo però non demorde. In questi giorni l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nesi si sta battendo come un leone per convincere chi ha il potere di decidere che occorre trovare una soluzione alternativa per ridurre le pressioni sull’acqua della Pesa. Ne va della sopravvivenza di pesci, uccelli, animali selvatici e di un intero ecosistema pregiato.

Lo sfruttamento oltre il livello di sostenibilità dell’acqua del torrente ha un impatto terribile sull’ecosistema fluviale, sugli aspetti paesaggistico ambientali e sull’identità stessa della comunità di Montelupo – tuona l’assessore – Se parte della normativa attuale permette di sacrificare un fiume per le necessità dell’uomo, irridendo il principio costituzionale di tutela degli ecosistemi di cui facciamo parte, ritengo che tali leggi vadano modificate, con l’urgenza dovuta alla crisi climatica in atto. Montelupo si oppone fermamente alla visione che vede i bisogni dell’uomo prevalere sulla conservazione della natura”.

11 luglio: la prima moria di pesci nella Pesa
11 luglio: la prima moria di pesci nella Pesa

 

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