È essenziale guardare oltre il singolo problema, che sia la siccità o la fame nel mondo, per coglierne le connessioni profonde. Solo così troveremo le soluzioni.
di Sandro Angiolini
7 marzo 2024
Questa settimana parto non da una ma da ben tre notizie di carattere ambientale per impostare un discorso un po’ più complesso, ma che spero alla fine torni.
La prima notizia è ripresa da un articolo apparso sul sito web del principale quotidiano spagnolo (“El Pais”) e si incentra su come gli esperti stanno interrogandosi sulle soluzioni in grado di fronteggiare la prossima – e imminente – siccità nel Paese.
La seconda proviene invece da un noto quotidiano inglese (“The Guardian”) ed è un lungo articolo focalizzato su come il riconvertire l’agricoltura globale verso una maggiore coesistenza tra conservazione della natura e produzione agricola potrebbe assicurare un più rapido raggiungimento degli obbiettivi legati alla lotta contro il cambiamento climatico.
Per completare il quadro ricordo che il nostro Governo ha recentemente dichiarato di opporsi (assieme all’Ungheria) all’entrata in vigore del regolamento europeo sul ripristino degli ambienti naturali (“Nature Restoration Law”).
Le tre notizie sono profondamente collegate; vediamo perché e come:
– quella relativa a come fronteggiare le prossime siccità elenca varie soluzioni possibili: dalla realizzazione di nuovi invasi (in aree adatte) alla diminuzione delle quantità di acqua usata per l’irrigazione, alla scelta di coltivazioni e di animali meno bisognosi di acqua, alla desalinizzazione. Ma sono accomunate da una consapevolezza: la tecnologia da sola non potrà risolvere tutti i problemi che abbiamo di fronte a causa del cambiamento climatico, occorre molto di più;
– l’articolo inglese meriterebbe da solo una riflessione molto ampia, ma in sintesi promuove il passaggio a sistemi agricoli dove ci si dedichi maggiormente alla rinaturalizzazione dei processi di produzione e alla protezione della biodiversità piuttosto che alla semplice produzione di derrate agricole. In questo modo, grazie alla maggiore quantità di biomassa creata (e alle minori emissioni connesse alla riduzione dell’allevamento di animali) sarà più rapido e meno costoso per tutti (rispetto all’investimento in energie rinnovabili) raggiungere gli obbiettivi globali di protezione della biodiversità e di lotta al cambiamento climatico. Da semplici produttori ad agricoltori custodi insomma.
E la nutrizione di 9-10 miliardi di persone? Buona domanda. A cui ha in parte risposto l’articolo pubblicato tre settimane fa dal settimanale The Economist sul quadro della situazione in India, che quest’anno supererà la Cina come popolazione (oltre 1,4 miliardi di abitanti): lì oltre il 16% degli uomini sono malnutriti, mentre il 23% risulta sovrappeso, per varie ragioni; stesse proporzioni per le donne. In sostanza, non serve misurare solo la produzione di alimenti ma occorre studiare come funzionano i sistemi di stoccaggio, distribuzione del reddito e alimentazione (il premio Nobel per l’economia Amartya Sen, anche lui Indiano, ne sa qualcosa).
In un feroce tentativo di conclusione: è essenziale guardare oltre il singolo problema, che sia la siccità, la fame nel mondo o le singole leggi di turno, per coglierne le connessioni profonde. Solo così riusciremo a mettere a punto le soluzioni (finché un altro grande problema ci costringerà a rivederle, ma anche questa è la Vita).
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link
Aggiungi un commento