Inquinamento

Keu, la sindaca di Empoli: “Al momento nessun pericolo per la salute pubblica”

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Brenda Barnini (foto Comune di Empoli)

Brenda Barnini: “Dalle indagini di Arpat non sono risultate anomalie chimiche nelle acque altrimenti avrei emesso ordinanze restrittive”. 

 

Redazione
2 aprile 2024 

EMPOLI (Fi) – Sull’inquinamento da Keu i cittadini di Empoli possono stare tranquilli. Lo ha ribadito la sindaca Brenda Barnini nel corso di una commissione da lei voluta per fare il punto della situazione e ripercorrere quanto è stato fatto da tre anni a questa parte, cioè da quell’aprile 2021 in cui è esploso lo scandalo Keu.
Le indagini comunicate da Arpat sia sulle acque che sul rilevato stradale non hanno mai riscontrato elementi di pericolo o di inquinamento – ha detto la prima cittadina – altrimenti come garante della salute pubblica avrei emanato ordinanze restrittive”.

Intanto il Comune di Empoli, che si considera parte lesa, si è costituito parte civile nel processo la cui udienza preliminare è stata fissata per il 12 aprile.
Nel territorio di Empoli passa infatti il tratto del lotto V della Strada regionale 429 oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica di Firenze perché vi sarebbero stati impiegati come sottofondo stradale inerti riciclati contenenti Keu, le ceneri di risulta del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno in cui sono presenti sostanze tossiche come cromo e arsenico.

Per quanto riguarda la falda acquifera Andrea Cappelli e Chiara Lapira di ARPAT hanno spiegato che dalle indagini eseguite nel corso degli anni su pozzi privati, acque sotterranee e acque superficiali non sono risultate anomalie chimiche.

Più complessa la situazione del rilevato stradale:Lì abbiamo trovato per la prima volta questo materiale con quantità di vari metalli elevati, ricondotte al Keu. Fatti poi altri approfondimenti sui fianchi del rilevato abbiamo individuato un’area in cui questo materiale era presente, poi oggetto della messa in sicurezza di emergenza e della raccolta delle acque“. Al termine di un percorso di verifica portato avanti anche con la Città Metropolitana è emerso che “l’unico pericolo possibile legato alla presenza di questo materiale potrebbe essere che un eventuale eluato che dovesse formarsi possa arrivare tramite il terreno nelle acque sotterranee. Ma a oggi, come emerso dagli accertamenti, quest’eventualità non si è mai verificata”.

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