Agricoltura

Protesta degli agricoltori “traditi” a Firenze il 22 gennaio

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Il Comitato degli Agricoltori Traditi ha indetto manifestazioni di protesta in tutta Italia contro le politiche agricole dell’Europa e le scelte del Governo.

 

di Marcello Bartoli
20 gennaio 2024

FIRENZE – Sulla scia di quanto sta accadendo in Germania e in altri Paesi europei anche in Italia la categoria degli agricoltori è decisa a protestare. Da lunedì 22 gennaio è il Comitato degli Agricoltori Traditi (C.R.A.) a indire una serie di manifestazioni in tutta la penisola, richiamando l’attenzione sulla “difesa dell’agricoltura e dei territori martoriati dalle banche, sull’attacco delle importazioni selvagge, sulla difesa del lavoro e delle piccole imprese saccheggiati dalla politica, sul tradimento dei sindacati”. A Firenze l’appuntamento è a piazzale Michelangelo a partire dalle 8:00.

protesta-agricoltori-Firenze-Toscana-ambienteLa protesta è causata dalle tasse che tornano e dalle espropriazioni dei terreni in vista. Gli agricoltori contestano in particolare l’ultima legge di Bilancio che, per le dichiarazioni del 2025, reintroduce l’Irpef e impone ai lavoratori del settore al di sotto dei 40 anni di età di versare i contributi previdenziali. Si tornerebbe quindi alle vecchie norme, con l’imposta a carico dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali che dovranno dichiarare i redditi in base alle risultanze catastali, con una rivalutazione dell’80% per il reddito dominicale e del 70% per il reddito agrario. “La nostra è una protesta per far sopravvivere il mondo agricolo perché migliaia di aziende hanno chiuso e tante altre sono allo stremo” fa sapere Danilo Calvani, coordinatore del C.R.A..

Secondo le associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura la crisi dell’agricoltura europea ha origine dalla dipendenza dalle fonti fossili e da un sistema agro-alimentare fallimentare che sopravvive solo grazie ai sussidi dell’Unione Europea: Gli obiettivi e gli impegni previsti dalle strategie del Green Deal europeo, del Farm to Fork e sulla biodiversità 2030 sono state di fatto sabotate dalle ultime decisioni delle istituzioni europee: il voto contrario del Parlamento europeo sul Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi, l’eliminazione degli allevamenti bovini dalla normativa europea sulle emissioni industriali, la liberalizzazione dei nuovi Ogm, l’indebolimento del Regolamento europeo sul ripristino della natura per le aree agricole e infine la decisione della Commissione UE di rinnovare l’uso del glifosato per altri dieci anni”.

Per la coalizione #CambiamoAgricoltura l’attuale situazione negativa è dovuta all’azione di lobby delle potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria che favoriscono la dipendenza dalle risorse fossili, la volatilità dei prezzi alla produzione e le speculazioni finanziarie, vere cause della crisi del settore primario in Europa: “L’aumento dei costi di produzione, determinato soprattutto dall’aumento dei costi energetici e quindi del gasolio, dei fertilizzanti e dei pesticidi chimici di sintesi, ha penalizzato essenzialmente gli agricoltori, mentre l’agroindustria e la grande distribuzione sono riusciti a tutelare meglio i loro risultati economici”. Tra i diversi sussidi ambientalmente dannosi compaiono anche le agevolazioni al gasolio agricolo e sull’IVA per i fertilizzanti chimici e i prodotti fitosanitari.

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