Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Pene più severe per i reati ambientali: lo ha deciso l’Europa

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Raggiunto un accordo che introduce nuovi crimini (come l’inquinamento causato dalle navi e l’uso del mercurio). Pene detentive fino a 10 anni per i reati più gravi.

 

di Sandro Angiolini
19 novembre 2023

Personalmente sono sempre stato scettico nei confronti di chi pretende di diminuire determinati reati aumentando le pene ad essi collegate. Soprattutto in un Paese come l’Italia conta secondo me molto di più la certezza della pena (per capirci: indagini accurate e processi in tempi ragionevoli).
L’accordo individuato questa settimana dal Parlamento europeo e dalla presidenza del Consiglio europeo va però nella giusta direzione, poiché indirizza tutti gli Stati membri a estendere la gamma dei reati contro l’ambiente che devono essere perseguiti. Con pene minime assai severe; vediamo come.

– I nuovi crimini ambientali includono l’inquinamento causato dalle navi, l’uso del mercurio e di gas fluorurati a effetto serra, l’esaurimento illegale delle risorse idriche.
– I reati che comportano la morte sono punibili con 10 anni di carcere.
– Le imprese rischiano multe del 3 o 5% del fatturato mondiale annuo o di 24 o 40 milioni di euro.

I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno inoltre concordato sanzioni più severe per i cosiddetti “reati qualificati”, vale a dire quelli che causano la distruzione di un ecosistema o di un habitat all’interno di un sito protetto oppure danni alla qualità dell’aria, del suolo o dell’acqua. Questi includerebbero reati paragonabili all’ecocidio con risultati catastrofici, come l’inquinamento diffuso o gli incendi boschivi su larga scala.

Senza entrare nel dettaglio della specifica graduazione delle pene previste per ognuno dei reati che ho elencato sopra, vorrei far notare che nel comunicato ufficiale dell’accordo si parla anche del sostegno necessario da assicurare alle persone che segnalano i responsabili di tali reati. Chi li denuncia deve poter ricevere adeguata protezione e giudici, pubblici ministeri, polizia e altro personale giudiziario devono seguire una formazione periodica specializzata in materia.

Inoltre gli Stati membri dovranno organizzare campagne di sensibilizzazione ad hoc per ridurre la criminalità ambientale; potranno anche istituire un fondo per sostenere le misure di prevenzione e affrontare le conseguenze dei reati ambientali. Nei casi di crimini ambientali transfrontalieri le autorità nazionali saranno tenute ovviamente a cooperare tra loro.
La speranza (e la responsabilità degli eletti al parlamento UE) è che l’accordo diventi presto legge e che gli Stati membri vi si adeguino celermente, attivando tutte le misure menzionate prima.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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