Saranno create aree di stoccaggio più grandi, almeno una per ogni Comune. Per evitare speculazioni sugli spurghi il servizio affidato a Publiacqua.
Redazione
7 novembre 2023
Alluvione, mentre la situazione della viabilità va migliorando esplode in tutta la sua drammaticità il problema fanghi e rifiuti da portare via. Solo per i rifiuti urbani si parla al momento di almeno 150 mila tonnellate, una quantità spaventosa. Molti sono rifiuti ingombranti e alcune delle aree di stoccaggio individuate dai Comuni sono già piene.
Ieri il presidente della Regione Toscana e Commissario per l’emergenza alluvione Eugenio Giani ha firmato un’ordinanza per lo smaltimento di rifiuti speciali e spurghi. “La questione dei rifiuti sarà il tema centrale delle prossime ore – ha spiegato -. Oggi il meccanismo istintivo per le persone è quello di depositare i rifiuti davanti a casa ma in realtà i cumuli stanno creando un restringimento degli assi stradali e di conseguenza difficoltà di circolazione che si riflettono anche a distanza di chilometri”.
L’ordinanza dispone la creazione di nuove aree di stoccaggio oltre alle isole ecologiche di Alia. Ce ne dovrà essere almeno una in ogni Comune dove i rifiuti potranno restare fino a quando saranno smaltiti negli impianti della Toscana ma anche in quelli messi a disposizione da altre Regioni.
Già con l’ordinanza n. 4 del 3 novembre era stato chiesto ai Comuni di individuare aree di primo stoccaggio per semplificare e accelerare il servizio di raccolta. Alcune però sono al completo. Adesso con il nuovo provvedimento si chiede alle amministrazioni di indicare aree per i fanghi palabili e viene avviata la ricerca di ulteriori aree di stoccaggio più grandi, fuori dai centri abitati, dove i rifiuti potranno restare fino al loro avvio allo smaltimento finale.
C’è poi la questione degli spurghi, dove l’urgenza di liberare le cantine da acqua e fango ha fatto spuntare sciacalli e speculatori. “Ci sono spurghisti che hanno chiesto fino a 10 mila euro per liberare le cantine di casa, è intollerabile” ha raccontato l’assessora alla Protezione civile Monia Monni. “Stiamo assistendo alla richiesta di cifre esageratamente fuori mercato per offrire questo tipo di servizio – avvisa Giani – dunque con la nuova ordinanza ho disposto che sia il gestore del servizio idrico, quindi Publiacqua, a coordinare l’attività, contrattualizzare e gestire il rapporto con gli spurghisti”.
Sarà dunque Publiacqua il soggetto da contattare. Saranno loro a mandare operatori per la rimozione di fango e acqua dagli interrati e i cittadini non dovranno pagare nulla per l’intervento. A breve, assicurano dalla Regione, sarà attivato un numero verde.
Gestione rifiuti post alluvione, cosa dice l’ordinanza
Sedimenti (fanghi acquosi): saranno gestiti direttamente da Publiacqua che coordinerà gli spurghisti. Le acque non contaminate potranno essere reimmesse nelle fognature o direttamente in alveo (dopo aver avuto il via libera dell’Autorità idraulica e del Comune). Le acque visivamente contaminate verranno trattate come rifiuti e gestite negli impianti autorizzati.
Fanghi palabili: se provengono da case private, edifici pubblici e aree industriali dovranno essere messi in aree individuate dai Comuni dove saranno gestiti come rifiuti urbani. Se invece provengono dal ripristino dei corsi d’acqua e delle strade, se non appaiono misti ad altri materiali potranno essere trattati come terre di scavo.
Rifiuti urbani: viene consentito a tutte le discariche della Toscana di accogliere i rifiuti provenienti dalle aree alluvionate derogando ai quantitativi giornalieri e annuali autorizzati. È inoltre stabilita la priorità nello smaltimento dei rifiuti urbani delle aree alluvionate.
Rifiuti speciali alluvionati: consentita una deroga ai codici identificativi per semplificare il conferimento in discarica, in modo che tutte le discariche autorizzate a gestire rifiuti speciali possano gestire i rifiuti speciali alluvionati.
Intanto da una prima conta provvisoria i danni sarebbero quantificabili in almeno 500 milioni di euro e si stanno studiando i modi per sospendere mutui e bollette nei territori alluvionati. “Cerchiamo infine di portare aiuto anche con il microcredito – spiega Giani – attraverso piccoli prestiti, perché possa mettersi subito in moto un circuito dell’economia della ricostruzione”.
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