Agricoltura

Insetti alieni, ecco i dieci “mostri” che minacciano l’agricoltura toscana

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Cimice asiatica

Coldiretti Toscana ha stilato una classifica dei più pericolosi e lancia un appello: “Europa troppo permissiva, servono controlli più rigorosi alle frontiere”. 

 

Redazione
18 ottobre 2023

Dalla flavescenza dorata che minaccia le viti alla cimice marmorata asiatica e la Drosophila suzukii che attaccano gli alberi da frutto, dalla vespa velutina, il calabrone killer che stermina le api al granchio blu che divora cozze e avannotti fino alla cecidomia degli olivi, al cinipide galleno dei castagni, al cerambicide dal collo rosso che attacca pesche, albicocche e susine, al batterio che provoca una gravissima malattia del pero e melo per finire con il punteruolo del fico.

Sono le principali specie aliene portate in Toscana dalla globalizzazione degli scambi e dai cambiamenti climatici che stanno causando milioni di euro di danni alle produzioni agricole. “Mostri” alloctoni arrivati da Asia, Nord America e da altre aree del globo e che hanno trovato nelle nostre campagne habitat congeniali favoriti dal caldo anomalo ma anche da controlli poco accurati alle frontiere. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha stilato una classifica delle dieci specie aliene più pericolose per il futuro dell’agricoltura.

La top 10 dei più pericolosi

Flavescenza dorata
Flavescenza dorata

1) Al primo posto, data l’importanza del settore vitivinicolo, c’è la flavescenza dorata. Originaria dell’America settentrionale, il vettore della flavescenza dorata è la cicalina Scaphoideus titanus. Per contrastare questa fastidiosissima malattia che può portare in breve tempo al deperimento o alla morte delle viti il Sistema Fitosanitario Regionale ha recentemente aggiornato il documento con le linee guida per la lotta e il contrasto sul territorio regionale.

2) Al secondo posto troviamo la cimice asiatica Made in China particolarmente pericolosa per la frutticoltura. È una delle specie più dannose in prospettiva. Il suo alleato sono infatti estati calde e inverni miti che ne favoriscono la proliferazione.
In Toscana le zone maggiormente interessate sono la piana di Lucca, la Valdichiana e il comprensorio cerasicolo di Lari e anche, con minore impatto, il grossetano. Per contrastarla sono iniziati da un paio d’anni i lanci dell’insetto antagonista naturale, il Trissoclus japonicus meglio conosciuto come “vespa samurai”, innocuo per l’uomo e per gli animali.

3) Al terzo posto sul podio c’è la Erwinia amylovora o Colpo di fuoco batterico, scoperto nel 2021. Il nome comune deriva dal fatto che le foglie delle piante infestate si accartocciano come se avessero preso fuoco. Colpisce sia le pomacee da frutto (peri, meli) sia diverse piante ornamentali e spontanee appartenenti alla famiglia delle Rosacee (biancospino, cotogno, cotogno da fiore, cotognastro, agazzino, sorbo, nespolo comune, nespolo giapponese). Le piante malate devono essere eradicate.

4) Subito sotto, al quarto posto, si posiziona la Drosophila suzukii, il moscerino killer molto difficile da sconfiggere individuato nel comprensorio della Ciliegia di Lari, fresca di certificazione IGP. Il primo ritrovamento in Italia risale al 2008 in Toscana. L’infezione avviene attraverso il deposito di uova sui frutti con la larva che si nutre della polpa facendo marcire il frutto.

5) Ha riempito le pagine dei giornali per tutta l’estate. Stiamo parlando del granchio blu. Sbarcato sulle nostre coste attaccato a qualche imbarcazione proveniente dall’Oceano Atlantico in poco tempo ha colonizzato tutta la costa diventando una calamità per gli allevamenti della Laguna di Orbetello e per la nostra marineria. Mangia cozze, vongole, ostriche, avannotti, pesci e uova e danneggia le attrezzature da pesca, in particolare le reti che vengono tagliate dalle sue potenti chele.

Cinipide del castagno
Cinipide del castagno

6) Aveva quasi azzerato la produzione di castagne e farine e mandato sull’orlo del fallimento molte imprese agricole. Il cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus) non è ancora stato sconfitto del tutto ma la strada intrapresa è quella giusta. Proveniente dalla Cina, presente nei castagneti della Toscana dal 2008, il cinipide galligeno provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso la diffusione del suo antagonista naturale, il Torymus sinensis, che sta riportando la situazione sotto controllo.

7) Qui troviamo la cecidomia dell’olivo (Dasinera oleae) rilevata in Lunigiana. La sua diffusione, pur non compromettendo la vita della pianta, ha portato laddove è già comparsa, in particolare nei comuni di Fosdinovo, Fivizzano e zone limitrofe, alla sensibile riduzione della produzione di olio che in Lunigiana rappresenta una delle principali economie agricole. Per contrastarne la diffusione è stato attivato dal Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana un monitoraggio in collaborazione con Coldiretti Massa Carrara e avviata una fase di studi e ricerche per individuare la cura giusta.

8) Attacca il tronco dei fichi portandolo alla morte il punteruolo nero (Aclees taiwanensis), il coleottero esotico che sta distruggendo le piante di fico. La sua presenza è stata segnalata nelle zone di Carmignano, Montecarlo e Garfagnana e rilevata per la prima volta nel 2005 in un vivaio di Pistoia. Non si è ancora trovata una cura.

9) La vespa velutina o calabrone asiatico, il killer delle api, è molto diffuso nella provincia di Massa Carrara e nella vicina provincia di Lucca ma i primi casi sono stati segnalati anche nel pistoiese e nel pratese. Individuata per la prima volta in Lunigiana, per fermare la sua invasione gli apicoltori hanno creato una vera e propria task force formata da 300 “addetti ai lavori” che neutralizza i nidi, per lo più segnalati dai cittadini, e fornisce informazioni e aggiornamenti su come riconoscerli. Al fianco degli apicoltori si è schierata la Regione Toscana con un programma di monitoraggio e distruzione-neutralizzazione dei nidi, individuati anche con tecniche sperimentali.

10) Chiude la classifica il cerambicide dal collo rosso delle drupacee (Aromia Bungi) il cui primo focolaio toscano è stato rilevato a fine giugno nel territorio di Rosignano Marittimo a Livorno. Originario dell’Asia orientale è annoverato dall’Unione Europea tra i 20 insetti più pericolosi; attacca peschi, albicocchi, susini ma anche uliveti e piante ornamentali. Per impedire la sua diffusione è stata istituita una zona delimitata e attuato un piano di eradicazione delle piante.

La moltiplicazione degli scambi commerciali imporrebbe controlli molto più rigorosi. E’ quanto sottolinea Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, che sotto accusa una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nel mercato UE senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni”.

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