Premiati da Coldiretti gli agricoltori under 35. Innovativi, originali e sostenibili, non di rado diventano motore delle comunità nelle zone più marginali e montane.
Redazione
7 ottobre 2023
C’è l’agricosmetica anti-age a base di kiwi, la start-up che salva gli olivi abbandonati e poi il pastore che produce formaggi sul mare, il nuovo welfare rurale, il contadino che alleva bovini in via di estinzione e i due giovanissimi boscaioli che hanno realizzato l’autonomia energetica fra i boschi del Mugello. Sono i premiati nell’edizione toscana degli Oscar Green Coldiretti, il premio assegnato ogni anno alle imprese agricole under 35 più dinamiche, innovatrici, sostenibili che si è tenuto a Firenze sotto lo slogan “Generazione in campo”.
In Toscana sono 2.746 le imprese agricole under 35, che salgono a 4.336 se si considerano gli under 40. Esperienze imprenditoriali che non di rado diventano motore delle comunità soprattutto nelle zone più marginali e montane.
Non bisogna peraltro dimenticare che molto resta da fare per aiutare i giovani che vogliono fare impresa in agricoltura. “Servono investimenti sui servizi essenziali e sulle infrastrutture digitali perché il mondo, la vendita, la promozione, le relazioni oggi sono dentro i nostri cellulari e noi dobbiamo essere connessi. Gli altri scogli che rallentano il rinnovamento sono l’accesso al credito e al capitale fondiario. – spiega Francesco Panzacchi, delegato Giovani Impresa Coldiretti Toscana
Le aziende premiate
Dal kiwi a Km zero l’agricosmetica anti-età
Agricosmetica di alta qualità a base di kiwi contro l’invecchiamento della pelle. Wilongevity è la linea di prodotti naturali ideata da Jacopo Trasolini (29 anni) dell’azienda agricola Victore & Rose di Lucignano (AR), nata dal desiderio di creare prodotti innovati e personalizzati per gli ospiti dell’agriturismo sfruttando gli straordinari poteri anti-età della vitamina E e della vitamina C contenuti nei kiwi che rassodano la pelle, la rendono più luminosa ed elastica e neutralizzano i radicali liberi. Creme viso e mani così come il bagnoschiuma sono ottenuti attraverso un procedimento di “spremitura” artigianale del kiwi valorizzandone tutte le peculiarità. Grande attenzione è rivolta al packaging: tutti gli imballaggi dei prodotti provengono da materie riciclate e certificate.
Pecore e caciotte sul mare
Giacomo Cecconi è il pastore della Versilia. Le sue pecore non pascolano tra le alture delle Alpi Apuane o dell’Appennino ma sul mare a due passi da Forte dei Marmi respirando il profumo del salmastro e dei pini. I suoi formaggi a km zero sono molto apprezzati dai turisti e il suo caseificio è, grazie all’aiuto indispensabile della moglie Teresa, un punto di riferimento per degustazioni guidate e per tante scolaresche. Il destino di Giacomo è scritto fin dai tempi della scuola quando ammirava dal cortile il bel gregge del casaro Enzo da cui poi imparerà il mestiere. Una passione fulminea tanto che i suoi compagni di classe dell’Istituto Agrario per il suo 17° compleanno gli regalarono la prima pecora. Dopo l’esperienza a Lajatico, alla fattoria di Andrea Bocelli, Giacomo è tornato nella sua Versilia. Oggi la sua Fattoria conta circa 180 pecore, maiali, galline e un cavallo e produce formaggi, caciotte, ricotte e yogurt nel piccolo caseificio aziendale.
Sovranità energetica tra i boschi del Mugello
Pannelli fotovoltaici sui tetti, batterie di accumulo per immagazzinare l’energia prodotta in eccesso, caldaie a cippato proveniente dalle lavorazioni forestali per riscaldare l’acqua dell’agriturismo e presto anche i primi macchinari e utensili ricaricabili per il taglio del bosco. La sovranità energetica è già arrivata tra i boschi dell’Alto Mugello. La scelta di sostenibilità dell’Agrifuta di Firenzuola, azienda forestale di 220 ettari guidata da due giovanissimi boscaioli, Silvia (26 anni) e Francesco (22 anni), ha ridotto notevolmente l’impiego di energia di origine fossile sostituendola progressivamente con la produzione in autonomia di energia dal sole e azzerato le bollette. L’azienda di Silvia e Francesco ha avviato anche un percorso per recuperare terreni abbandonati, ad oggi circa 15 ettari destinati a seminativi, farro e patate e diversificare l’attività con l’allevamento di bovini da carne e l’accoglienza turistica.
Il welfare contadino al servizio delle aree rurali
Il welfare contadino al servizio delle aree rurali e delle famiglie. A Vicchio, nell’Alto Mugello, Elena Barbugli (36 anni), imprenditrice agricola laureata ed educatrice pedagogica qualificata con una lunga esperienza nel mondo della scuola, ha fuso la sua anima rurale e sociale aprendo la strada per un nuovo ruolo dell’agricoltura nelle aree più marginali del territorio dove la carenza di servizi e infrastrutture può diventare un limite all’integrazione dei soggetti più fragili. L’Oasi ha colmato un vuoto collaborando quotidianamente con enti pubblici e associazioni del territorio affiancando l’attività agricola tradizionale (produce olio extravergine, miele, ortaggi e prodotti del bosco come i marroni) ad attività didattiche e di sostegno, campus estivi e laboratori didattici fino ai progetti e agli stage per favorire l’inserimento lavorativo attraverso il lavoro “sul campo”.
Francesco e i bovini in via di estinzione
Alle luci della città ha sempre preferito i suoi boschi. Francesco Ciucchi (23 anni) ha deciso di investire tutto sull’agricoltura di montagna sull’Appennino Tosco-Romagnolo. Figlio di una storica famiglia di boscaioli di San Godenzo Francesco ha aperto la sua azienda nel 2019. Oggi può contare su 20 ettari tra terreni di proprietà e in affitto tra 800 e 900 metri sul livello del mare. Diplomato alla scuola di agraria di Borgo San Lorenzo (in Toscana uno su quattro dei capi di azienda under 40 è laureato o diplomato), Francesco alleva bovini di razza Garfagnina, una delle razze considerate in via di estinzione (sono poco più di 2 mila gli esemplari in regione), coltiva patate biologiche e recupera terreni abbandonati per rimetterli in produzione.
La start-up che salva gli olivi abbandonati
Salvare gli olivi abbandonati, la biodiversità e il pianeta. Sono gli obiettivi di Ager Oliva, la start-up di Pistoia creata nel 2012 da un gruppo di giovani – l’ideatore Tommaso Dami (33 anni) e i suoi soci Ana Soto (29 anni) e Cosimo Lunetti (25 anni) – per la salvaguardia della biodiversità e la compensazione di CO2 attraverso piantagioni di uliveti in terreni incolti per aumentare la produzione d’olio e innovare l’agricoltura. Un modello di business basato sull’adozione degli uliveti sia da parte di appassionati che di investitori strutturati. Ager Oliva nel primo anno aveva già fatto adottare 700 ulivi, spesso in stato di abbandono, che vengono ripristinati e, quando occorre, dotati di impianti di irrigazione. Oggi gli ulivi gestiti da Ager Oliva sono 3.000 in 4 Comuni: Montecatini Terme, Pistoia, Montale, Vinci. Ma l’ambizione è di ripristinare tantissimi uliveti abbandonati in tutta Italia. Solo in Toscana gli ulivi non più produttivi sono 4 milioni.
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