Mondo Bio

Toscana sul podio nazionale del biologico, crescono le conversioni

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Per la Giornata europea del Biologico Coldiretti sottolinea i traguardi regionali tra superfici certificate, nuovi operatori e adesione al Soil deal for Europe.

 

Redazione
22 settembre 2023

Il biologico in Toscana sembra vivere un momento di crescita costante. A inizio agosto la Regione ha riconosciuto ufficialmente il distretto biologico della Maremma che si è aggiunto a quelli di Fiesole (il primo, nato due anni fa), della Val di Cecina, di Calenzano, del Montalbano e del Chianti.

Alla vigilia della Giornata europea del Biologico la Toscana è la regione con la più alta incidenza di superfici certificate (35,8%) che le consentono già oggi di raggiungere con largo anticipo gli obiettivi europei del Farm to Fork fissati al 25% e la più alta percentuale di aziende agricole che si sono convertite (12,2%). Una diretta conseguenze della crescita delle superfici  (+1,7%) e del numero di operatori (+1,6%). A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Bio in Cifre del Sinab e del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.

“I risultati confermano l’impegno costante e la sensibilità degli agricoltori toscani per la sostenibilità insieme alla capacità imprenditoriale nel rispondere alle nuove domande dei consumatori per i prodotti che rispettano l’ambiente, di alta qualità e legati al territorio – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – grazie anche alle politiche di sostegno messe in campo dall’assessorato all’Agroalimentare di Stefania Saccardi con i fondi europei”.

Le superfici coltivate con metodo biologico, secondo l’ultimo rapporto Sinab, hanno superato i 229 mila ettari con un salto in avanti di 3.775 ettari tra il 2021 e il 2022. Le coltivazioni che hanno trovato più spazio nella nostra regione sono le colture foraggere (66.137 ettari), i cereali (36.687 ettari), l’olivo (25.879 ettari), prati e pascoli (23.443 ettari). L’esplosione dei terreni bio va di pari passo con la crescita del numero di attori che coabitano la filiera con 7.089 operatori e in particolare ai produttori (+2,6%) piuttosto che dai preparatori (-3,6%) e importatori (-2,4%).

Un ruolo chiave nel radicamento della cultura biologica in Toscana lo hanno giocato, e lo stanno giocando, le donne con il 34,9% di imprese a trazione femminile che utilizzano metodi biologici, percentuale più alta rispetto al 30,1% nazionale. “Il successo del biologico tricolore e da filiera corta è confermato – evidenzia Coldiretti – anche dalla riduzione delle quantità di prodotto biologico importate dall’estero. Si registrano in tutto il 2022 meno importazioni rispetto all’anno precedente per oli e grassi vegetali (-31%), colture industriali (-26%) e cereali (-22%), secondo l’ultimo Rapporto Bio in cifre”.

Per Coldiretti l’obbligo di scrivere in etichetta l’origine della materia prima e la volontà di valorizzare prodotti a km zero da parte dell’industria e dei consumatori sta favorendo  la costruzione di filiere biologiche nazionali: Il logo nazionale del biologico Made in Italy previsto dalla legge nazionale di settore e la possibilità di realizzare importanti contratti di filiera anche per il biologico contribuiranno ulteriormente a uno sviluppo sempre più sostenibile delle filiere agroalimentari”. 

La Regione Toscana aderisce da oggi anche al manifesto Soil deal for Europe.”La Toscana destina oltre 380 milioni di euro, una parte importante delle risorse dell’intera programmazione europea del Feasr 2023-2027, proprio nelle misure agroambientali – dichiara l’assessora all’Agroalimentare Stefania Saccardi –  per ridurre l’apporto di fitofarmaci e sostanze chimiche, limitando e proteggendo dall’erosione i suoli, migliorando la qualità delle acque e diffondendo i metodi di coltivazione biologica”. 

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