Secondo il ministro dell’Ambiente boliviano il mercurio non è dannoso alla salute. Guarda caso, in quel Paese questo minerale viene usato per l’estrazione dell’oro.
di Sandro Angiolini
3 settembre 2023
Dopo una serie di post dedicati (necessariamente) al gravissimo problema del cambiamento climatico che ha segnato questa estate in tutto il pianeta riesco a dedicarmi a un altro tema, grazie alle parole che il ministro dell’Ambiente della Bolivia ha recentemente pronunciato a un convegno sulle attività minerarie organizzato dal suo governo assieme alle Nazioni Unite.
Cosa ha detto don Rubén Méndez? Di essere certo che il mercurio non provoca effetti dannosi alla salute. Ha motivato quest’affermazione sostenendo che, essendo cresciuto nella città mineraria di Potosì, dove come tutti i bambini era abituato a giocare con residui sparsi contaminati da questo minerale, non accusa alcun sintomo negativo.
Ora, io non sono un chimico, ma basta cliccare su una qualsiasi fonte d’informazione generale in campo medico per verificare che l’ingestione di mercurio inorganico o di metilmercurio può causare alterazioni della sensibilità alle mani e ai piedi, generale debolezza dei muscoli, indebolimento del campo visivo, danni all’udito e difficoltà nell’articolare le parole; oltre a vari e progressivi danni alle funzioni cerebrali dei bambini; non è invece dannoso alla pelle.
È solo un problema di ignoranza? Può darsi. Ma, come evidenzia il quotidiano spagnolo El Pais, che ha riportato sul suo sito web questa notizia, la ragione può essere un’altra, che con la tutela ambientale ha molto a che fare. La Bolivia ha registrato negli ultimi anni una notevole crescita della sua economia basta soprattutto sull’estrazione e l’esportazione di prodotti energetici e minerari. Il Paese sta aumentando il consumo di mercurio perché questo minerale viene utilizzato nei processi per l’estrazione dell’oro. Una nuova “febbre dell’oro” si sta diffondendo nel suo territorio, con effetti che Salgado ha già ampiamente documentato nelle sue famose fotografie.
Minimizzare gli effetti negativi del mercurio servirebbe quindi a tranquillizzare la popolazione boliviana, impegnata nella ricerca dell’oro. Non c’è bisogno di scomodare storici o economisti per dimostrare che le attività estrattive offrono margini di reddito solitamente limitati, e con danni alla salute e all’ambiente sottovalutati. Quello che sorprende è che ciò venga fatto ancora oggi, nel 2023, quando l’economia si è fortemente diversificata in gran parte del mondo rispetto a 30 o 60 anni fa.
Un tale tipo di approccio risulta perciò a dir poco miope, e di sicuro non pone le basi per migliorare la qualità della vita delle popolazioni. Ma mi sembra di ricordare che in Italia si stia già parlando (e a livelli alti) di riaprire alcune miniere. Pensiamoci bene: sicurezza dei lavoratori e tutela dell’ambiente non possono essere degli optional.
P.S. Per inciso, nessun media italiano (per ciò che mi risulta) ha riportato questa notizia.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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