Le nazioni del G20, riunite in India, non hanno trovato un accordo sulla riduzione dei combustibili fossili. Tra i più riluttanti, guarda caso, i Paesi produttori.
di Sandro Angiolini
23 luglio 2023
Mentre le temperature massime di quest’estate continuano a battere nuovi record (ne ho parlato la scorsa settimana) un quotidiano inglese ci informa che le nazioni più importanti del mondo, riunite nel G20 in India, non hanno trovato un accordo sul distaccarsi dal consumo di combustibili fossili . Insomma, per l’ambiente e contro il cambiamento climatico non c’è apparentemente pace.
In particolare sembra che 5 Stati su 20 (Cina, Russia, Arabia Saudita, Indonesia e Sud Africa) si siano opposti al triplicare a livello mondiale la dotazione di energie da fonte rinnovabili entro il 2030 e che difendano l’uso del carbone. Se nel caso degli ultimi due Paesi la presa di posizione appare parzialmente giustificata dal dover tenere conto delle necessità derivanti dalla crescita di popolazione, per i primi tre è difficile individuare motivazioni che non siano la difesa di interessi nazionali. E se ci si basa solo su quelli non si va certo avanti nella tutela dell’ambiente e del clima.
Non è una grande novità ma contrasta, soprattutto in questo periodo, con come stanno andando le cose: il cambiamento climatico ci offre ogni giorno esempi dei danni che è in grado di provocare (a ogni latitudine) e probabilmente quello che vediamo in tv o in internet è solo l’antipasto di ciò che ci aspetta in futuro.
I Paesi più riluttanti a impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico preferiscono parlare di “lotta alle emissioni dannose” per il clima piuttosto che di “lotta alle fonti di energia fossile”; chiedono quindi di stoccare l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane in luoghi sicuri. In questo modo spostano il problema da monte a valle, consapevoli che i processi di stoccaggio di questo gas sono ancora in fase sperimentale e non garantiscono risultati né rapidi né sicuri.
Tutti sappiamo che la transizione dal mondo (non solo energetico) in cui siamo cresciuti fino a 10-12 anni fa a quello che verrà sarà lunga e complessa; questo non rappresenta una scusante per i politici nel non impegnarsi a sufficienza per adottare scelte necessarie e fattibili.
Come semplici cittadini (e vista la stagione anche come turisti) possiamo sempre fare qualcosa: scegliere località di villeggiatura più vicine, evitare i luoghi più assolati – e se possibile ridurre le vacanze fatte nel periodo estivo – stare maggiormente a contatto con la natura verde (i boschi rinfrescano non solo il corpo ma anche la mente e lo spirito) e soprattutto stare attenti a non sprecare acqua e a non provocare inavvertitamente cause di incendio. Se una quota crescente di persone farà così può darsi che anche qualche politico in più se ne accorga…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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