Rinascimento Green, EcoLobby e Cittadini per l’Italia rinnovabile hanno unito le forze: “Basta pregiudizi, l’eolico è il modo più pulito di produrre energia”.
Redazione
7 luglio 2023
È andato in scena ieri, giovedì 6 luglio, l’evento online organizzato dalle associazioni ambientaliste Rinascimento Green, EcoLobby e Cittadini per l’Italia rinnovabile sul tema degli impianti eolici. L’unica speranza per il futuro del pianeta, sostengono le tre organizzazioni attive da anni nella lotta ai cambiamenti climatici, è procedere a una ormai inderogabile transizione ecologica. Le tecnologie eoliche rappresentano una delle risposte chiave a quest’esigenza.
“Secondo le analisi scientifiche di ciclo vita (LCA) che tengono conto dell’impatto complessivo di ogni tecnologia, dall’estrazione dei materiali allo smaltimento, gli impianti eolici sono il modo più pulito in assoluto di produrre energia. Forse è questo che dà fastidio ed è il motivo di tutti gli attacchi e i pregiudizi. Nostro dovere è smontarli uno ad uno e quest’iniziativa non è che il primo passo” ha spiegato Mauro Romanelli, fondatore di EcoLobby e Cittadini per l’Italia Rinnovabile.
Il webinar, a cui hanno partecipato esperti ed esponenti di associazioni da diverse regioni d’Italia, in particolare Sicilia, Calabria e Sardegna, si è sviluppato intorno a due direzioni principali: da un lato la risposta ad alcuni dei pregiudizi più diffusi intorno all’eolico e le strategie virtuose di integrazione tra impianti e territori. Dall’altro l’approfondimento delle potenzialità offerte dalle tecnologie eoliche in termini di produzione energetica, lotta alla povertà e tutela per l’ambiente.
Dalla Sicilia la testimonianza di Stephanie Brancaforte, direttrice di Rinascimento Green ed esponente di Transistor Siracusa. “Qui nel polo industriale di Siracusa i danni enormi alla salute delle persone dovuti all’industria di energia fossile ci ricordano ogni giorno che non dobbiamo prendere in considerazione soltanto i possibili impatti portati dagli impianti rinnovabili ma anche e soprattutto l’impatto devastante dell’economia fossile già in atto. Un impatto dalle conseguenze terribili: sulla salute dei bambini, sulla salute degli operai che lavorano presso il polo petrolchimico e sull’ecosistema del mare”.
Troppo spesso vige un’idea distorta delle energie rinnovabili e degli impatti sulle realtà locali, ha aggiunto Brancaforte, alimentata talvolta dall’industria del fossile, a volte invece dalla semplice mancanza di conoscenza.
Secondo Fulvio Mamone Capria, presidente della neonata Aero, associazione fondata da 13 grandi aziende impegnate nella filiera italiana delle energie rinnovabili offshore, “L’Italia può e deve giocare un ruolo di primo piano nella promozione e nello sfruttamento delle energie rinnovabili offshore. Proprio per questo stiamo accelerando il percorso di filiera tra sviluppatori e imprese del settore che stanno coraggiosamente unendo le forze per accelerare questo strategico progetto innovativo”.
Focus quindi sulle politiche per la transizione energetica e le strategie che coinvolgono le aziende di settore: “Senza un percorso pubblico-privato il rischio è che gli investimenti, pari a 30 miliardi di euro, correlati a un obiettivo di 10 GW di eolico offshore al 2030, possano essere dirottati altrove disincentivando la creazione di una filiera italiana, fatta da aziende che sono il fiore all’occhiello del sistema paese che creeranno oltre 150 mila posti di lavoro”.
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia WWF Italia e rappresentante Sardegna Rinnovabile, è intervenuta citando il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima: “Per il WWF l’energia rinnovabile offshore costituisce una parte essenziale della transizione energetica verso un’economia completamente decarbonizzata. Alla luce dei più che allarmanti dati sul clima e alla vigilia dell’apertura (speriamo) del dibattito pubblico sul PNIEC appare evidente che bisogna fare molto di più per aumentare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030 e arrivare a un sistema elettrico carbon free entro il 2035”.
Le maggiori obiezioni risultano spesso legate all’impatto paesaggistico e ambientale degli impianti. Uno degli obiettivi principali del webinar è stato quello di confutare quest’accusa. Ancora Midulla: “Lo sviluppo delle energie rinnovabili offshore raggiungerà il suo obiettivo se offrirà soluzioni per la crisi climatica che siano pienamente compatibili con la tutela della biodiversità marina, la resilienza degli oceani e una giusta transizione energetica. L’Italia è in ritardo sulla pianificazione dello spazio marittimo e si stanno accumulando progetti. Ambientalisti e operatori dell’eolico possono agire insieme per uscire da questa situazione di stallo. Coloro che oggi, in Sardegna o altrove, si oppongono a tutte le rinnovabili in modo pretestuoso sono un ostacolo per chi vuole che le cose vengano fatte bene, oltre ad aiutare i fossili”.
In chiusura ha parlato del clima e della linea politica da adottare Marco Giusti, esperto nella progettazione di parchi eolici on-shore: “Abbiamo assoluta urgenza di compiere una rapida e completa transizione energetica azzerando l’uso delle fonti fossili per sostituirle integralmente con le rinnovabili. Il surriscaldamento globale continuerà a innalzare le temperature sino a quando non arriveremo ad azzerare le emissioni, quindi prima lo facciamo meglio è. Abbiamo tre strumenti per vincere questa immensa sfida: efficientamento, fotovoltaico, eolico. Efficientamento, per arrivare prima a zero emissioni. Fotovoltaico, perché disponibile ovunque. Eolico, perché di inverno il fotovoltaico fa pochissimo, mentre l’eolico fa moltissimo”.
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