Gli episodi più recenti a Castiglione della Pescaia e Roccastrada. L’associazione: “È evidente che, come per i cinghiali, l’equilibrio è saltato”.
Redazione
9 giugno 2023
Lupi, si moltiplicano in Toscana gli avvistamenti nei centri abitati. A lanciare un nuovo allarme è Coldiretti che cita gli ultimi casi di cronaca: a Castiglione della Pescaia (Grosseto) la passeggiata notturna di un lupo nella zona del porto e a Torniella, frazione di Roccastrada, ancora nel grossetano, dove un esemplare dopo aver attraversato la strada di prima mattina si è diretto verso un gruppo di case per fortuna senza incontrare nessuno.
Ma gli incontri ravvicinati sarebbero stati molti nell’ultimo periodo e non sempre senza conseguenze, come accaduto lo scorso aprile a Porcari (Lucca) dove una donna di 50 anni è stata morsa da un lupo nel tentativo di difendere il suo cane. Una presenza non più discreta e rara e soprattutto non più circoscritta all’habitat della montagna.
“È evidente che, come per i cinghiali, l’equilibrio è saltato. – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Nel 1973 il lupo era una specie gravemente minacciata, gli esemplari censiti erano solo 100; l’ultimo censimento dell’Ispra, nel 2022, ha contato 3.300 animali nelle regioni peninsulari con una probabilità di presenza molto elevata in Toscana dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei. Il progetto di ripopolamento ha funzionato ma questa crescita ora va riequilibrata”.
Secondo i dati Coldiretti sono quasi 2.500 gli eventi di predazione in regione a danno delle aziende zootecniche in un quinquennio. 500 all’anno. Più di uno al giorno. 7.405 i capi predati, quasi 1.500 ogni anno, il 95% sono pecore secondo lo studio dell’Ispra.
“Gli allevatori, sin dai tempi dei tempi, hanno convissuto in pace con i lupi – prosegue Filippi – ma oggi ci troviamo ad affrontare un fenomeno che non viene gestito. Le predazioni sono la principale causa della chiusura di molti allevamenti nella nostra regione al pari dei cinghiali per le aziende agricole tradizionali con gravi ripercussioni sulla biodiversità, sull’occupazione e sulla manutenzione del territorio”.
Coldiretti Toscana torna così a invocare un piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche “che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio”.
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