Qualcuno sta esagerando nel gridare allo scandalo intorno a una misura (una bozza di direttiva) che alla fine farà il bene di tutti.
di Sandro Angiolini
19 marzo 2023
È arrivata nuovamente dall’Unione Europea, nella settimana appena finita, una notizia ambientalmente rilevante e che ha suscitato molte polemiche in Italia, soprattutto da parte del Governo attualmente in carica. I media si sono riempiti di frasi come: “nuova tassa sulla casa”, “una patrimoniale ingiusta” e roba del genere. Vediamo di capire un po’ meglio, nell’interesse di tutti, ma soprattutto di chi ha a cuore il futuro del pianeta.
Il Parlamento Europeo (che ricordo è stato eletto anche da noi 4 anni fa) ha approvato una bozza di direttiva che prevede l’innalzamento graduale del livello di efficienza energetica minimo degli edifici, pubblici e privati. Per i primi (soprattutto per quelli di nuova costruzione) sono previsti requisiti più alti, per gli altri un po’ meno. Nel dettaglio, le case dove abitiamo dovrebbero rientrare nella categoria energetica “E” (cioè a media-bassa efficienza) a partire dal 2030, e in classe “D” (leggermente migliore) dal 2035. Tenete conto che sopra la D ci sono altre 7 categorie di efficienza energetica migliori (fino alla A+4).
Si dà il caso che personalmente io abbia ristrutturato quattro abitazioni, tra cui (sempre causalmente) portandone una da una classe molto bassa (la “G”) alla “D” prima citata e richiesta (tra 12 anni). Per farlo ricordo che spesi più o meno 13.000 €, circa 12 anni fa, cambiando la maggior parte delle finestre, la caldaia e rifacendo l’isolamento del tetto. Grazie ai risparmi nei consumi di Gpl e alla detrazione del 50% (non c’erano bonus strani allora), sono rientrato di tutti questi costi nel giro di 7 anni.
È vero che nel frattempo c’è stato un rialzo notevole dei costi in edilizia, ma è anche vero che sono aumentati i costi di energia elettrica, metano, Gpl e così via; quindi i risparmi che si realizzano migliorando l’efficienza energetica delle proprie case sono maggiori.
Conclusione: mi sembra che qualcuno stia esagerando nel denunciare nuovi disastri sulle spalle degli Italiani. E francamente mi dà noia questa tendenza a colpevolizzare l’Unione Europea ogni volta che introduce misure che alla fine fanno il bene di tutti: -cittadini che beneficeranno di case più vivibili (vuoi mettere anche l’isolamento acustico dai rumori); – ditte del settore che, dopo la fine del superbonus, potranno comunque continuare a lavorare intensamente; – l’ambiente, che grazie alla riduzione di emissioni di C02 nell’aria potrà contrastare meglio gli effetti negativi del cambiamento climatico.
Tanto più che quella recentemente approvata è solo una bozza (che già consente agli Stati membri di esentare dal vincolo il 22% di tutti gli edifici, compresi quelli storici e i piccoli appartamenti sotto i 50 mq), e che si tratterà di una direttiva (cioè di uno strumento legale che consente di modulare come arrivare a certe scadenze in funzione delle specificità nazionali).
Le Amministrazioni stiano piuttosto attente a incentivare le opere necessarie e i proprietari più poveri con strumenti adatti e con regole certe nel lungo periodo, non con norme kafkiane come il superbonus. Altrimenti sì che ci sarà da gridare allo scandalo, altro che nuove tasse…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale
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