Per il sindaco l’uscita non è legata alla chiusura o meno dell’inceneritore ma alla tutela dei lavoratori. Zero Waste: “Impegni non rispettati”.
di Marcello Bartoli
17 marzo 2023
LIVORNO – L’inceneritore Picchianti di Livorno fu costruito negli anni ’70 e nel corso del tempo ha subito diversi interventi di carattere tecnologico. Nel 2022 l’impianto è rimasto fermo 4 mesi per guasti, emette oltre 400 milioni di metri cubi di fumi inquinanti ogni anno e, stando a chi lo gestisce, ha accumulato oltre 17 milioni di perdite negli ultimi 7 anni.
Livorno sembra però aver ripensato alla decisione di dismettere l’inceneritore entro il 2023 dopo che la Regione ha comunicato formalmente, nei giorni scorsi, al coordinamento provinciale Rifiuti Zero Livorno che l’inceneritore Aamps in località Picchianti rimarrà in funzione fino al 2026/2027. La comunicazione era arrivata in risposta alle osservazioni sul procedimento penale di proroga dell’attività dell’impianto fissata al 30 ottobre 2023 avanzata dal coordinamento.
Un mese fa Zero Waste aveva inviato un ultimatum al Comune di Livorno attraverso delle linee guida di indirizzo necessarie per rimanere all’interno della comunità Rifiuti Zero. Ma in risposta alla scadenza dell’avvertimento lanciato dal coordinamento provinciale Zero Waste di Livorno il sindaco Luca Salvetti e la Giunta hanno annunciato che il Comune uscirà dalla rete.
“Si tratta di una scelta che non è assolutamente collegata alle sorti dell’inceneritore – si legge in una nota della Giunta – per il quale confermiamo il percorso di superamento e il patto sottoscritto nel 2019 ma Rifiuti Zero ha tentato in ogni modo di mettere in contrapposizione i diritti dei lavoratori con la tutela dell’ambiente, attaccando in maniera del tutto strumentale le politiche assuntive di Aamps e di Retiambiente mentre noi rivendichiamo con orgoglio il percorso avviato per la stabilizzazione e l’internalizzazione di oltre 200 lavoratori”.
Per quanto riguarda la futura gestione dei rifiuti in Toscana, a Livorno 10 milioni di euro del Pnrr dovrebbero essere destinati a un digestore anaerobico per i rifiuti organici che tuttavia non potrà gestire i rifiuti secchi non riciclabili conferiti oggi all’inceneritore. Per questa frazione c’è l’ipotesi di un ossicombustore a Peccioli. Oltre alla realizzazione di una piattaforma bio-energetica, sembra accantonata anche l’ipotesi di un impianto di riciclo chimico all’interno della raffineria Eni di Stagno. In stand by anche i progetti di impianti di gassificazione a Empoli, Rosignano e Pontedera.
Rifiuti Zero respinge intanto al mittente le accuse riguardo al rispetto dei lavoratori: “Siamo gli unici ad aver creato decine di posti di lavoro a Livorno nel settore rifiuti obbligando Aamps – a furia di esposti alla magistratura contabile – a estendere la raccolta differenziata come previsto dalla legge e quindi ad assumere nuovo personale senza pesare sulla tariffa, visto che i costi sono stati compensati dalle minori spese di smaltimento e dai ricavi per la vendita dei materiali riciclabili”.
Zero Waste dichiara poi di essere favorevole alla creazione e stabilizzazione dei posti di lavoro “ma questo non deve pesare sui conti pubblici di Aamps e deve avvenire rispettando la legge, che per le società pubbliche prevede concorsi trasparenti e imparziali, non assunzioni quasi automatiche tramite super-punteggi ed esenzioni da qualsiasi prova d’esame”. Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste, conclude sottolineando che “Salvetti non è stato obbligato a firmare il protocollo Rifiuti Zero, non se la prenda quindi se è stato diffidato e poi gli è toccato auto-espellersi, vengono assunti degli impegni che poi vanno rispettati ma Salvetti non lo ha fatto”.
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