La grande zona umida è stata riacquisita dalla Provincia di Grosseto. Il presidente: “Non potevamo assistere passivamente al suo smembramento”.
Redazione
16 febbraio 2023
GROSSETO – La Riserva Naturale della Diaccia Botrona torna di proprietà della Provincia di Grosseto e altri 150 ettari saranno protagonisti di un progetto innovativo in collaborazione con la Fondazione Capellino e le associazioni ambientaliste. Oggi in conferenza stampa il presidente della Provincia di Grosseto Francesco Limatola e il sindaco di Castiglione della Pescaia Elena Nappi hanno spiegato il futuro dell’area umida.
Una zona umida di importanza internazionale
Il complesso della Diaccia Botrona, la grande zona palustre compresa tra il comune di Castiglione della Pescaia e quello di Grosseto, nel suo complesso si estende per circa 2.500 ettari, di cui quasi 1.300 ettari compongono la Riserva naturale della Diaccia Botrona e sono classificati, ai sensi della Convenzione di Ramsar, come “zona umida di importanza internazionale” per lo svernamento dell’oca selvatica (700-800 esemplari), della gru (600 esemplari negli ultimi anni), della pavoncella e del piviere dorato. Uno scrigno di biodiversità dove capita di osservare anche specie rare come il lanario, il falco sacro e addirittura l’aquila imperiale.
I restanti 1.200 ettari, detti ‘area contigua’, sono terreni agricoli attualmente coltivati a cereali da una trentina di privati ma altrettanto importanti dal punto di vista ambientale.
Con il federalismo demaniale 900 ettari, di cui 200 ricadenti nella zona della riserva e 700 in quelli dell’area contigua, sono passati dalla proprietà dello Stato alla Provincia, con l’obbligo di venderli come stabilito nel decreto di trasferimento. Solo i 200 ettari, però, erano soggetti a norme di tutela vincolanti, mentre gli altri 700 tornavano a essere “normali” terreni agricoli, gestiti come seminativi da una trentina di privati con contratti di concessione da parte dell’Agenzia del Demanio.
Un cambio di passo
“La Provincia di Grosseto con l’amministrazione Limatola – informa una nota dell’ente – non potendo revocare la vendita dei terreni avviata dalla giunta Vivarelli Colonna, pena gravissime conseguenze erariali per la Provincia, in questi mesi ha costruito e avviato un percorso che prevede una serie di tappe concrete per acquisirne nuovamente il controllo e, soprattutto, garantire la maggiore tutela possibile e lo sviluppo della biodiversità presente nella Diaccia”.
In sintesi il Consiglio Provinciale ha approvato la riacquisizione da parte della Provincia dei 200 ettari di riserva vera e propria (che andranno in gestione al Comune di Castiglione della Pescaia in comodato d’uso gratuito), che quindi rimarranno pubblici.
Per i restanti 700 ettari di terreni di zona contigua di proprietà privata il Piano Territoriale di Coordinamento, di prossima approvazione, adotterà le norme di tutela relative alle Riserve Naturali. Con la partecipazione della Fondazione Capellino, ente commerciale senza scopo di lucro proprietaria dell’azienda di alimenti per cani e gatti Almo Nature, i 150 ettari ulteriori che i privati concedono alla Provincia saranno trasformati in prati umidi sotto la direzione tecnica di un pool di tecnici naturalisti coordinati da Roberto Tinarelli.
“Non abbiamo voluto assistere passivamente allo smembramento di una straordinaria porzione del nostro territorio – commenta Francesco Limatola, presidente della Provincia – La Diaccia Botrona ha un senso in tutta la sua complessità, area della Riserva e terreni denominati come contigui. Il primo obiettivo è stato garantire l’integrità e per raggiungerlo abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che siamo stati in grado di individuare”.
Le azioni previste
– 215 ettari della Riserva Naturale torneranno di proprietà della Provincia di Grosseto, allo stesso prezzo dell’aggiudicazione e con pagamento dilazionato secondo le esigenze del bilancio provinciale. Il Comune di Castiglione della Pescaia li avrà in comodato d’uso gratuito;
– Dei circa 700 ettari di terreni privati:
150 ettari verranno dati in concessione alla Provincia e in gestione alla Fondazione Capellino;
i terreni rimanenti, ora gestiti da privati come terreni seminativi, saranno tutelati nel Piano Territoriale di coordinamento e comunque destinati a coltivazioni cerealicole come avviene tuttora.
“Quando siamo stati eletti – spiega Elena Nappi, consigliera provinciale delegata all’Ambiente e sindaco di Castiglione della Pescaia – ci siamo presi l’impegno di interrompere il procedimento di vendita dei terreni ricadenti all’interno della riserva naturale della Diaccia Botrona, nonché quelli contigui, ma l’iter burocratico di alienazione di questi terreni, iniziato con la precedente amministrazione, era pressoché compiuto, mancando esclusivamente la firma notarile dell’atto, per poter pensare di retrocedere completamente senza causare ingenti danni economici all’ente provinciale. Con l’accordo raggiunto con la Fondazione Capellino aggiungiamo un altro tassello per la difesa di questa straordinaria zona umida”.
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