Il raddoppio del porto di Livorno potrebbe avere conseguenze negative sull’erosione costiera e sulle aree marine protette confinanti.
di Gabriella Congedo
6 gennaio 2022
PISA, LIVORNO – Su Darsena Europa, l’ambizioso e discusso progetto che porterà al raddoppio del porto di Livorno, il ministero dell’Ambiente ha chiesto ufficialmente il parere del Parco di San Rossore. Nello specifico l’Ente Parco è chiamato a esprimersi sui possibili effetti ambientali che la nuova infrastruttura potrebbe produrre; dall’erosione costiera alle conseguenze per l’ecosistema marino caratteristico a partire dalle praterie di Posidonia della Meloria.
Come ha sottolineato Goletta Verde di Legambiente “la Darsena Europa si protende nel Santuario Pelagos istituito per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo, vero e proprio scrigno di biodiversità”. I timori, come sempre avviene nel caso di grandi opere, è che si producano danni ambientali irreversibili che non possono essere compensati in alcun modo.
I numeri del progetto d’altra parte sono imponenti: dighe che avanzeranno in mare oltre l’attuale linea di costa per 3 chilometri, 2 grandi terminal, 2 milioni di metri quadrati di nuove aree e un nuovo ingresso portuale con fondali fino a – 20 metri. Il tutto per un investimento complessivo di 450 milioni di euro. Obiettivo è consentire l’attracco di navi portacontainers di grandi dimensioni ritenute indispensabili per lo sviluppo del porto di Livorno.
Il contratto d’appalto è stato firmato nel marzo 2022. Finora sono stati compiuti alcuni lavori preliminari ma il commissario straordinario Luciano Guerrieri intende arrivare al primo colpo di ruspa nel più breve tempo possibile per rispettare il cronoprogramma dei lavori, che si dovranno concludere nel 2026.
Tra gli adempimenti procedurali da completare il più importante è l’acquisizione della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) da parte del Ministero dell’Ambiente. E qui il parere dell’Ente parco San Rossore gioca un ruolo fondamentale.
«Dopo varie sollecitazioni che abbiamo inviato al ministero, anche grazie alla Regione, ci viene infine richiesto in via ufficiale un parere tecnico-ambientale sull’impatto che questa grande opera avrà sia sulla vicina Area Marina Protetta delle Secche delle Meloria sia sulla confinante Riserva della Biosfera Unesco ‘Selva Pisana‘, al cui interno ricade il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli con le fasce costiere dunali e boscate che da Calambrone arrivano fino alla Lecciona – commenta il presidente dell’Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli Lorenzo Bani – Un’opera importante per l’economia toscana che proprio per questo deve essere realizzata con la necessaria attenzione al territorio, rispondendo alle legittime preoccupazioni sia delle associazioni ambientaliste sia degli operatori turistici e balneari».
I tecnici dell’Ente Parco si sono subito messi al lavoro per rispettare il termine dei 60 giorni richiesti dal dicastero dell’Ambiente.
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