Agricoltura

Chianti chiama mondo: “Stop a pesticidi e globalizzazione agricola”

Da sinistra Simone Secchi, Leonora Bisagno e Alberto Bencistà.
Da sinistra Simone Secchi, Leonora Bisagno e Alberto Bencistà.

Dopo la petizione contro l’abuso di fitofarmaci a Greve in Chianti si è aperta una stagione di confronto tra agricoltura industriale e comunità agricole locali.

 

di Marcello Bartoli
3 novembre 2022

GREVE IN CHIANTI (Fi) – Il recente incontro-dibattito Per un’agricoltura contadina in Chianti  ha inaugurato una fase di confronto tra agricoltura industriale e modelli di comunità agricole locali che mirano invece alla tutela del suolo, della salute e alla costruzione di relazioni umane più autentiche. Sull’argomento sono intervenuti autorevoli relatori ed esperti che hanno arricchito il dibattito con le loro considerazioni. Simone Secchi, responsabile di Legambiente Chianti Fiorentino, a margine del convegno ha ribadito che “l’approccio di Legambiente, anche su questi temi, vuole essere sempre scientifico e rigoroso”.

Per Alberto Bencistà Leonora Bisagno, del gruppo informale Chianti Senza Pesticidi, rappresenta “un esempio di coraggio per aver raccolto e consegnato in Comune più di 400 firme di cittadini attraverso una petizione, un’azione che nel Chianti nessuno aveva mai fatto prima anche perché è difficile mettere in discussione i metodi della viticoltura in una zona prestigiosa come questa”. 
L’ex presidente di Toscana Bio per la Sostenibilità ha ricordato che i trattamenti di carattere chimico nel Chianti sono circa 35 prima di arrivare alla vendemmia mentre nel Biodistretto del Chianti si arriva al massimo a 3 e che tra i problemi emersi negli ultimi anni sembra esserci anche quello del caporalato: “Esiste un deficit di comunicazione da parte del Distretto rurale e del Biodistretto del Chianti, quest’ultimo è gestito forse attraverso un modello eccessivamente privatistico e poco partecipato da associazioni e istituzioni”.

In Senato si è parlato di agricoltura contadina. Dopo il New Green Deal poi è arrivata la Pac che non sembra essere però all’altezza dei tempi: “Ovviamente siamo a favore della sovranità alimentare intesa come passaggio dalla globalizzazione alla localizzazione delle produzioniha rimarcato Bencistà – in contrapposizione all’agroindustria e alla grande distribuzione organizzata. Mondeggi è un esempio di agricoltura come noi la intendiamo. Non dimentichiamoci che in Chianti molte proprietà sono in mano a fondi di investimento e le comunità sono avulse da una partecipazione attiva nel Biodistretto. Le comunità biologiche dovrebbero essere anche comunità energetiche, di tutela del suolo e di sviluppo delle relazioni umane”.

locali-pesticidi-Lorenzo-D'AvinoPer Lorenzo D’Avino, responsabile Agricoltura Legambiente Toscana, l’uso dei pesticidi distrugge la biodiversità del suolo, che resta fondamentale: “Se non utilizziamo un suolo sano perdiamo il senso del cibo sano. Teniamo presente comunque che il solfato di rame non è la stessa cosa che utilizzare un diserbante chimico”. Per D’Avino nei biodistretti sarebbe opportuno mettere in pratica sempre il concetto di circolarità delle risorse: Anche i tralci o le vinacce dovrebbero diventare compost utile per la fertilità del suolo e non essere considerati rifiuti”. Per l’esperto di agricoltura l’altro grande problema riguarda l’erosione del terreno e il dissesto idrogeologico causati da tecniche come il rittochino.

locali-pesticidi-Chianti-Maurizio-MazziarolMaurizio Mazzariol, dell’Associazione nazionale Produttori biologici e biodinamici Altragricoltura Bio, sottolinea come nella Politica Agricola Comunitaria (PAC) ci siano indicazioni precise sulle piccole aziende ma come la stessa si sia arenata in Senato mentre le microaziende producono in Italia il 20% del biologico, in una logica di circolarità: “Avremmo bisogno di una riforma agraria che tenesse conto di noi anche in termini di formazione mentre le politiche hanno avvantaggiato le monocolture secondo la filosofia delle rese e le piccole produzioni sono state rese antieconomiche”. L’anello debole per Mazziarol diventano così gli agricoltori grazie anche alle Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA) o alle New Breeding Techniques, le tecniche che velocizzano i processi naturali di evoluzione genetica (NBT): Nelle piccole aziende la resa non è il concetto di riferimento, semmai lo è quello di qualità, ecco perché a capo di un biodistretto dovrebbe esserci un agricoltore”.

locali-pesticidi-Chianti-Giovanni-PandolfiniGiovanni Pandolfini di Garanzia Partecipata ricorda che l’agricoltura contadina nel mondo produce ancora il 70% del cibo mentre il 30% è prodotto da quella industriale che utilizza però l’80% del suolo, con il risultato abbiamo ancora un miliardo di persone denutrite”. Per Pandolfini il potere non dovrebbe essere concentrato nelle mani di chi ha creato i problemi, ecco perché il cibo dovrebbe essere prodotto localmente per creare dei legami forti tra consumatori e città: “Nella rete Genuino Clandestino c’è una comunità che si rende responsabile della propria sicurezza alimentare attraverso la conoscenza diretta e non attraverso delle semplici etichette. Questi sono concetti lontani da quelli di efficienza, quantità e autarchia 4.0 venuti alla ribalta in questi giorni”.

locali-pesticidi-Chianti-Claudio-PozziClaudio Pozzi di Rete Semi Rurali sottolinea come la sua associazione abbia fatto sperimentazione con gli agricoltori per una nuova dignità del lavoro, sganciata dalle logiche di chi fornisce loro i mezzi per produrre, i diserbanti e gli dice anche quanto devono guadagnare: “Abbiamo lavorato per avvicinare le sementi al produttore considerando le diverse condizioni climatiche con le vecchie varietà che hanno avuto così rese ottime e impreviste (cereali resilienti). La logica delle sementi, delle sperimentazioni e delle regole con interpretazioni diverse per le diverse comunità sembra essere dunque praticabile”.

locali-pesticidi-Chianti-Carlo-TriaricoPer Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, sovranità alimentare significa fare comunità del cibo dal basso e l’economia deve produrre il giusto per un giusto prezzo:” Dobbiamo lavorare sui territori e riconoscere i leader locali creando dei veri e propri esperimenti sociali di condivisione di conoscenze, mezzi tecnici ed esperienze per far diminuire i prezzi“. Questo non significa che dobbiamo consumare solo prodotti locali ma valorizzare le comunità agricole locali: “La vera economia circolare è quella della vita, quella rigenerante delle sementi mentre il processo industriale per sua natura crea scorie. Il vero biologico riutilizza tutto dentro l’azienda che diventa un organismo che si autorigenera”.

locali-pesticidi-Chianti-Giannozzo-PucciE’ intervenuto all’appuntamento anche l’ecologista Giannozzo Pucci, tra gli autori de La nuova agricoltura contadina, l’alba della rinascita per la Terra: “Il contadino fa parte di una comunità e produce per una comunità che conosce mentre l’agricoltura industriale produce per fare soldi, non con il fine di produrre cibo per la comunità. La vera agricoltura paesana non inquina e chi produce trova i mezzi che gli servono attraverso la comunità”. 

I relatori hanno salutato riproponendosi di organizzare presto altri appuntamenti di riflessione e dibattito sull’argomento. Che sia l’alba di un nuovo Chianti e di un nuovo mondo?