Dopo l’incontro tra i progettisti del Distretto circolare e i cittadini Zero Waste torna alla carica: “Non c’è niente di circolare come dicono”.
Redazione
31 ottobre 2022
EMPOLI (Fi) – Non si placa l’attacco di Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e Zero Waste Italy, al progetto di quello che è stato definito dai promotori (Alia Servizi Ambientali e NextChem/Maire Tecnimont) un Distretto dell’economia circolare, sul quale si è svolto nei giorni scorsi al Palazzo delle Esposizioni il primo di tre incontri pubblici con i cittadini. Le persone hanno dialogato tra loro, coordinate da facilitatori, e fatto domande su impatti ambientali, sicurezza dell’impianto, vantaggi per il territorio e la comunità, business plan, nuova viabilità.
Il progetto riguarda la gestione dei rifiuti non recuperabili che, invece di finire in un inceneritore e generare CO2, sarebbero trasformati con un’innovativa tecnologia di conversione chimica in gas circolare. A differenza di un inceneritore l’impianto, a detta dei responsabili, “porterebbe a estrarre energia da quei rifiuti non recuperabili sotto forma di metanolo, etanolo e idrogeno”.
Questa tecnologia consentirebbe in sostanza, secondo i progettisti, di ridurre la quantità di CO2 emessa in atmosfera e produrre combustibili di seconda generazione a “carbonio riciclato”, quindi a bassa impronta carbonica come previsto dalla Direttiva europea sulle energie rinnovabili.
Sulla vicenda Rossano Ercolini è stato protagonista assieme a Stefano Seghetti di Rifiuti Zero Livorno ed Enzo Favoino di Zero Waste Europe di una serata al circolo Arci di Ponterotto, l’unico in zona a quanto pare ad aver dato la disponibilità di una sala.
Secondo il Nobel alternativo per l’Ambiente si tratterebbe in pratica di “un inceneritore sotto mentite spoglie che costerebbe 400 milioni, come quello proposto da Eni a Stagno (Li) e dovrebbe trattare 256.000 tonnellate di combustibile solido secondario da rifiuti per produrre metanolo” causando a livello ambientale tutti gli effetti indesiderati relativi ai trattamenti termici dei rifiuti.
“Sentite tutte le campane – ha detto rivolto ai presenti – non fidatevi del pensiero unico perché in questo progetto non c’è niente di circolare come dicono”. Secondo Ercolini un simile impianto è altamente energivoro e non potrà vivere solo della vendita dei gas che produrrà: “Il business è il conferimento dei rifiuti per il quale i Comuni pagheranno con soldi vostri e per farlo produrre li faranno arrivare anche da altre zone“.
Per i proponenti del Distretto circolare, invece, la conversione chimica non produrrebbe microinquinanti dannosi per la salute ma piuttosto emissioni in atmosfera insignificanti: “Le emissioni di CO2 saranno meno della metà di quelle di un inceneritore e saranno quasi tutte pure e riutilizzabili sul mercato”.
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