Agricoltura

Api stremate da caldo e siccità, dimezzata la produzione di miele in Toscana

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Coldiretti Toscana: “Gli apicoltori costretti a portare razioni di soccorso agli alveari”. Ma la nuova minaccia è la vespa velutina.

 

Redazione
29 agosto 2022

Fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine, api allo stremo costrette ad allungare i voli per trovare un po’ di nutrimento. Per effetto del clima pazzo la produzione di miele in Toscana è quasi dimezzata, con un calo che secondo le stime di Coldiretti Toscana si aggira intorno al 40%.
Un quadro sul quale hanno pesato in modo particolare le alte temperature e la siccità estrema con fioriture anticipate – spiega Coldiretti Toscana – che hanno costretto gli apicoltori a partire prima verso le aree montane e a portare razioni di soccorso negli alveari”.

Più nel dettaglio, sono stati deludenti i raccolti per il castagno, con rese più scarse negli areali produttivi di bassa quota (5 kg/alveare in media), migliori in montagna dove i castagni hanno sofferto meno il caldo (rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Miele). Nelle zone vocate di Appennino e Casentino e sul monte Amiata i raccolti hanno sfiorato punte di 15-18 kg/alveare, comunque inferiori alle attese.

Ma oltre alla spallata del clima – sottolinea Coldiretti Toscana – i “pastori delle api” devono far fronte anche all’esplosione dei costi per le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina: dai vasetti di vetro (+40%) alle etichette (+35%), dai cartoni (45%), legno (+30%) e cera (30%) fino al gasolio (+129%). Confezionare un vasetto di miele costerà mediamente tra il 20% e il 30% in più ai 7.036 apicoltori toscani che gestiscono complessivamente 15.501 apiari, 138.453 alveari, di cui il 13% biologici, e 22.946 sciami (fonte Sistema Informativo Veterinario Nazionale).

E non è tutto purtroppo. A minacciare la sopravvivenza delle api e della biodiversità, oltre al mix letale di fattori come l’impiego di pesticidi, l’urbanizzazione, il riscaldamento globale, acari e parassiti, è arrivata in Toscana anche la vespa velutina cinese che stermina gli alveari. Diversi i casi segnalati tra Massa Carrara e la vicina Versilia a partire dal 2018.

Il calabrone asiatico è solo l’ultimo degli organismi alieni portati nelle campagne e nei boschi dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione. In Toscana bisogna fare i conti con la cimice killer, il cinipide galleno, popillia japonica, drosophila suzukii, coleottero Aethina tumida e cimice marmorata asiatica. Il danno a livello nazionale dovuto all’arrivo di questi insetti – conclude Coldiretti Toscana – è di poco inferiore al miliardo di euro, quasi quanto i danni provocati dalle calamità naturali nel 2021.

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