Eppure contro il cambiamento climatico non abbiamo altra scelta. Il rischio è che tra pochi decenni potremmo non aver più nessun paesaggio da proteggere.
di Sandro Angiolini
21 agosto 2022
Avevo in mente, in questa settimana in cui la Toscana è stata colpita da violenti temporali con venti a oltre 140 km/ora, di dedicarmi a quest’argomento; evidenziando tra l’altro che i danni che subiamo dipendono molto anche da scelte sbagliate sul dove sono stati costruiti certi edifici nel tempo (cosa a cui quasi nessuno accenna).
Ma proprio oggi (21 agosto) ho notato sulla pagina web de “La Repubblica” che è stata pubblicata una notizia che fornisce un minimo di ottimismo rispetto alle nostre possibilità di passare il più rapidamente possibile dall’uso di combustibili fossili a energie pulite e rinnovabili. Un docente dell’Università di Milano ci ha infatti informato che sono stati fatti notevoli progressi nel mettere a punto degli speciali pannelli “radioativi” (con una sola “t”, mi raccomando).
Sono apparentemente come dei pannelli solari fotovoltaici che assorbono radiazione solare per convertirla in energia elettrica, ma questi invece convertono il calore emesso dalla Terra di notte in energia, con un rendimento pari a circa il 25% dei precedenti pannelli (es. 0,5 kw/mq). L’innovativa tecnologia è stata ideata un paio d’anni fa in California e potrebbe agire da utile complemento ad altre forme di energia rinnovabile.
Le mie riflessioni principali al proposito sono:
– sento periodicamente parlare, anche in questa campagna elettorale, di rilanciare l’uso dell’energia nucleare anche nel nostro Paese. Perché invece non investire maggiormente nella ricerca & sviluppo di queste e altre energie rinnovabili? A occhio i rischi sono comunque minori, e i benefici come minimo altrettanto promettenti;
– tornando alle prime righe di questo articolo, ricordo quanti ostacoli sono stati eretti negli ultimi anni contro pale eoliche e impianti solari (a terra o su edifici), più o meno ovunque e con varie motivazioni. D’accordo nel mitigare il più possibile gli eventuali impatti paesaggistici negativi (e nel prevenire investimenti soprattutto speculativi basati su incentivi assurdi), ma vogliamo capire o no che se non si dà un’accelerazione alla lotta contro il cambiamento climatico anche con certi impianti tra pochi decenni i paesaggi che tanto amiamo saranno comunque profondamente alterati da crescenti siccità e/o da fenomeni meteorologici estremi (bombe d’acqua, alluvioni, dissesti idro-geologici connessi, etc)?
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
Aggiungi un commento