Ecosistema

Record di involi di Falchi pescatore in Maremma, nove hanno già fatto il primo volo

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Il primo involo del 18 giugno a Orbetello (foto dalla pagina Fb del Progetto Falco Pescatore)

Il numero massimo registrato finora era di 8. In Italia questo rapace era scomparso fino al 2011, oggi degli otto nidi italiani sette sono in Toscana.

 

di Gabriella Congedo
13 Luglio 2022

GROSSETO – Quest’anno è record di involi di Falco pescatore in Maremma. A darne notizia è Progetto Falco pescatore, il team che dal 2006 si adopera per favorire il ritorno in Toscana e in Italia di questo rapace raro e minacciato. Sono già 9 i pulli che hanno fatto il primo volo, distribuiti tra la Riserva Diaccia Botrona (5 in due nidi: Chianti, Ciliegiolo, Ildebrando, Ischia e Irpinia), il Parco della Maremma (2: Montecucco e Morellino) e l’Oasi WWF di Orbetello (2: Ornellaia e Orcia); il numero massimo registrato in precedenza era di 8. A breve, se tutto andrà bene, dovrebbe involarsi anche il pullo del nido della Riserva Duna Feniglia. In questo modo sarà battuto anche il record italiano che è di 11, grazie ai 2 già involati nel Parco regionale di Porto Conte in Sardegna.

L’annata era partita bene. Il primo falco pescatore ha visto la luce il 22 aprile nel cosiddetto “nido indiano” nella Riserva Diaccia Botrona a Castiglione della Pescaia. I genitori sono la storica coppia formata da Geronimo e Pocahontas, che occupa il nido fin dal 2015. Poi sono arrivati gli altri. I primi di giugno i pulli (in verità già grandicelli) sono stati inanellati e dotati di Gps. Per quanto riguarda i nomi, quest’anno la scelta è caduta sui vini famosi.

Le operazioni di inanellamento dei pulli
L’inanellamento dei pulli

Se oggi questi rapaci rari e minacciati sono tornati a nidificare in Toscana è perché qualcuno si è dato da fare perché ciò accadesse. Fino al 2011 il Falco pescatore in Italia era estinto. I dati storici relativi alle ultime nidificazioni accertate risalivano agli anni ’60-’70 in Sicilia e Sardegna. In Toscana l’ultima nidificazione documentata è ancora più indietro nel tempo: 1929, isola di Montecristo. Solo grazie al Progetto Falco pescatore, iniziato da Giampiero Sammuri nel 2006, quando era presidente del Parco regionale della Maremma, ha nuovamente iniziato a nidificare. Ma l’idea di ricostituire una popolazione nidificante di falco pescatore nel Parco della Maremma, sviluppata in collaborazione con il Parco regionale della Corsica, risale al 2002. Vent’anni di lavoro.
Il ritorno di questo rapace in realtà è di fondamentale importanza per la ricostituzione della complessa piramide alimentare che caratterizza gli ecosistemi acquatici di cui rappresenta il vertice.

Le strategie di ripopolamento hanno funzionato perché proprio nel Parco della Maremma nel 2011 si è avuta la prima nidificazione su suolo italiano dopo 42 anni. Poi, con l’aiuto dei nidi artificiali allestiti sia dal WWF che dai tecnici del Parco regionale della Corsica, sono arrivate altre coppie che hanno deciso di fermarsi.

Oggi delle 8 coppie nidificanti in Italia 7 sono in Toscana: una al Parco della Maremma, due alla riserva regionale della Diaccia Botrona (Castiglione della Pescaia), una nell’oasi WWF di Orbetello, una in quella di Orti Bottagone (Piombino), una nell’isola di Capraia e la new entry di quest’anno nella Riserva naturale Duna Feniglia.
Ci sono voluti anni di lavoro per far tornare il Falco pescatore in Italia ma ne è valsa la pena.

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