L’esposizione all’inquinamento causa il 10% di tutti i casi di cancro in Europa. L’amianto al primo posto tra gli agenti tossici, poi il fumo passivo.
di Sandro Angiolini
3 Luglio 2022
In questa settimana sono usciti, a distanza di sole 24 ore, due rapporti dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (www.eea.eu) che hanno in comune il fatto di evidenziare lo stretto legame tra salute e rischi ambientali.
Partiamo dalla prima notizia, che fa un certo effetto: circa il 10% dei nuovi casi di cancro nel nostro continente sono chiaramente causati dall’esposizione ad agenti inquinanti diffusi nell’ambiente, compreso quello dove lavoriamo. Tra questi agenti tossici primeggia l’amianto (asbesto), che può dare origine a tumori anche a distanza di anni dalla prima esposizione. Anche se l’Unione Europea lo ha bandito dal 2005, se ne trova ancora molto in giro (basta guardare a tante tettoie in campagna).
Un altro fattore di rischio a cui di solito si presta poca attenzione, ma assai pericoloso, è il cosiddetto “fumo passivo”, cioè quello inalato indirettamente stando vicino a sorgenti di fumo: è considerato il secondo fattore di rischio per importanza dallo studio della EEA. La buona notizia è che queste fonti di inquinamento sono ben conosciute e che esistono piani specifici per limitarle e ridurle a zero. Questo sia attraverso campagne informative che con bonifiche di siti, vietando la commercializzazione di sostanze chimiche che vengono riconosciute come pericolose e attraverso l’introduzione di regole più stringenti nei luoghi di lavoro. Come potete intuire si tratta di un lavoro immane, che spesso incontra le resistenze delle ditte produttrici di tali sostanze.
La seconda notizia rilasciata pochi giorni fa dall’Agenzia Europea riguarda invece i rischi connessi al cambiamento climatico per le strutture e le fasce di popolazione più deboli ( https://www.eea.europa.eu/highlights/many-european-schools-and-hospitals).
In sintesi, si stima che circa la metà delle scuole e degli ospedali europei si trovi a rischio di onde estreme di calore e che circa il 10% sia esposto a danni provocabili da inondazioni e alluvioni. Sono dati impressionanti, da non sottovalutare, che fanno riflettere su ciò che NON si è fatto finora in Italia. Per esempio dotare ciascuna di queste strutture di ampi spazi verdi attorno, in grado di abbassare la temperatura interna agli edifici e di assorbire eventuali carichi straordinari di acque. Non è fantascienza, e non richiede neppure grandi investimenti, ma non mi sembra che questo approccio di puro buon senso sia stato seguito nella maggior parte dei casi.
Questo mi fa pensare a tutti quegli spazi urbani (dalle rotatorie nel traffico alle pensiline delle fermate dei bus e dei parcheggi) dove far crescere della vegetazione erbacea sopra non sarebbe così difficile, ma risulterebbe più che opportuno. Spero che soluzioni del genere siano sempre più praticate perché non c’è più tempo da perdere, e ogni metro quadro lasciato al cemento è uno spazio morto.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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