Centinaia di sacchi trovati dai volontari negli ultimi mesi. Forse un vero e proprio “giro” di rifiuti abusivi collegato a lavorazioni illegali.
di Gabriella Congedo
13 Giugno 2022
QUARRATA (Pt) – Un flusso inarrestabile di scarti tessili si sta riversando su Quarrata. I volontari di Legambiente hanno individuato negli ultimi mesi centinaia di sacchi abbandonati ovunque, nelle strade e nelle piazze, in campagna e nei boschi.
Una trentina di enormi sacchi neri pieni zeppi di scarti tessili li hanno trovati anche nell’ultimo sopralluogo del 9 giugno insieme a una montagna di rifiuti ingombranti: divani e poltrone, frigoriferi, televisori e persino due lavatrici in ottimo stato, tanto per non farsi mancare niente.
La lotta contro l’abbandono illegale di rifiuti è uno degli storici cavalli di battaglia di Legambiente Quarrata. I volontari non si stancano di perlustrare, segnalare discariche abusive, organizzare giornate di pulizia e indire riunioni con gli “enti preposti”, come si usa dire, ma ogni volta sembra di ricominciare daccapo. Tolti da una parte, i rifiuti rispuntano dall’altra. O peggio, nello stesso posto che era stato bonificato poco tempo prima.
L’abbandono di rifiuti tessili è un fenomeno diffuso in questa zona, e non solo. Ha avuto un’impennata da quando, a partire dal 1°gennaio del 2017, gli scarti tessili sono passati a essere considerati rifiuti speciali non pericolosi; le imprese che li producono sono tenute a smaltirli tramite una ditta autorizzata. Un aggravio di costi che ha spinto alcune aziende di Prato, Pistoia, Firenze e dell’empolese a seguire la scorciatoia dello smaltimento illegale.
A Quarrata però si è passato il limite, accusa Legambiente, con gli abbandoni di scarti tessili che crescono ogni giorno. Tra l’altro rimuovere questi sacchi pesantissimi, lasciati talvolta in luoghi impraticabili, è una gran faticaccia che i volontari si sobbarcano gratis. “Non spetterebbe a noi raccogliere questi rifiuti abusivi in posti impervi – specifica il presidente di Legambiente Quarrata Daniele Manetti – noi lo facciamo soltanto per dare un esempio e poter uscire da questa situazione nel più breve tempo possibile”.
Ma una soluzione sembra ancora lontana. Gli operatori di Alia per contratto non possono recuperare rifiuti in zone impervie e abbandonate. Tocca farlo ai volontari, ed è un lavoro che non si può improvvisare: “Bisogna essere esperti in materia ambientale e agire con piccoli gruppi di volontari altamente specializzati e poi, come nel caso degli scarti tessili, portare con mezzi appropriati e carrellini i sacchi neri dalle zone interne a bordo strada e farli recuperare da ALIA , dopo apposita segnalazione scritta all’ufficio Ambiente del Comune”.
Ma da dove arrivano tutti questi rifiuti tessili? Legambiente Quarrata un’idea se l’è fatta. Non si tratterebbe di abbandoni casuali ma di un vero e proprio “giro” criminale collegato a un sistema produttivo sommerso. Una situazione che richiederebbe misure molto più drastiche e incisive per individuare e punire i responsabili. “È necessario piazzare velocemente le telecamere mobili e fare indagini accuratissime sulla tipologia degli scarti tessili per risalire alle fabbriche che li hanno prodotti – aggiunge Manetti – Noi comunque non molliamo, dobbiamo farlo se non vogliamo rimanere sommersi dai rifiuti illegali”.
Aggiungi un commento