Agricoltura

Coldiretti Toscana: “60 mila ettari incolti sono una vera risorsa”

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Le nuove deroghe ai regolamenti comunitari sulla PAC possono favorire la rigenerazione dei terreni incolti e i contratti di filiera. A partire dai cereali.

 

Redazione
11 Giugno 2022

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto firmato dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, che rende operative le deroghe ai regolamenti comunitari sulla PAC (Politica Agricola Comunitaria), sono oltre 200 mila gli ettari a livello nazionale che potranno essere riammessi nella filiera produttiva ed essere coltivati, contribuendo così ad aumentare il potenziale di produzione agricola destinata all’alimentazione umana e del bestiame per contrastare il forte aumento dei prezzi delle materie prime.

In Toscana, dunque, via libera alla deroga che consente la semina di quasi 60 mila ettari. I terreni a maggese che potranno essere coltivati sono distribuiti su tutto il territorio regionale e principalmente in provincia di Grosseto (16.000 ettari), Siena (15.000), (Firenze 8.000), Pisa (7.000), Livorno (2.700), Lucca (1.200).

In Toscana, come in tutto il Paese, c’è disponibilità di terreni che possono consentirci di aumentare la produzione interna – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana –  così come ci sono aziende pronte a tornare a seminare cereali attraverso la stipula di contratti di filiera che garantiscano una giusta remunerazione agli agricoltori e una fornitura certa a pastifici e trasformatori“.

Secondo i dati Coldiretti grazie all’accordo siglato nel 2019 tra Filiera Agricola Italiana e il Pastificio Fabianelli di Castiglione Fiorentino in appena tre anni le superfici a grano duro nei comuni della Valdichiana, coltivate allo scopo di garantire il rifornimento al pastificio nell’ambito dell’accordo, sono aumentate del 39% passando da poco meno di 4.000 ettari a circa 5.500.

Oggi in Toscana si producono circa 1,7 milioni di quintali di grano duro e poco meno di 1 milione di grano tenero. Lo stesso è accaduto per il mais con poco più di 11.000 ettari contro i 63.000 del 1982. “Il consumo di suolo si è divorato negli ultimi quattordici anni 180 mila quintali di prodotti agricoli – conclude Coldiretti Toscana  che avrebbero potuto essere coltivati e raccolti nelle campagne toscane per una perdita stimata di 3,6 milioni di euro”.

L’auspicio è che possa crescere in proporzione anche l’agricoltura biologica che rappresenta in Toscana già oltre il 32 per cento della superficie agricola utilizzata contro il 16% della media nazionale con oltre 150 mila ettari, in gran parte seminativi, ma anche oliveti, vigneti e frutteti.

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