Ecosistema

Scoperto in una cava dismessa un sito riproduttivo del raro Tritone alpestre apuano

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Dall’assenza di elementi di disturbo è nata un’oasi di biodiversità. Purtroppo la probabile riapertura della cava condannerà a morte questi anfibi. 

 

Testo e foto di Apuane Libere – Associazione di volontariato
7 Giugno 2022

TRITONE CAVA CRESPINA 2FIVIZZANO (Ms) – Una nuova eccezionale scoperta per la natura apuana: tra la primavera 2021 e la primavera 2022 è stato identificato un nuovo sito riproduttivo di tritone alpestre apuano (Ichthyosaura alpestris ssp apuana), una sottospecie esclusiva dell’Italia centro-settentrionale. Questo piccolo anfibio, che necessita di pozze d’acqua permanenti e prive di pesci per potersi riprodurre e vivere, presenta una fase larvale completamente acquatica e gli adulti si riproducono solo in acque prive di correnti. A causa di queste esigenze così particolari spesso li si trova nei laghi montani, ma sulle Alpi Apuane la questione è un po’ diversa: il carsismo che caratterizza le nostre montagne non permette il ristagno dell’acqua in superficie, ma nelle cave dismesse si possono tuttavia formare degli allagamenti causati dall’impermeabilizzazione del terreno da parte di spessi strati di marmettola prodotti durante la lavorazione.

Quello che era già successo a Cava Valsora si ripete ora con Cava Crespina II, situata nel comune di Fivizzano (Massa Carrara), ai piedi del Monte Sagro. Cava Crespina II è inattiva dal 2014 in seguito al sequestro da parte dell’autorità giudiziaria per abusi. In questi 7-8 anni l’assenza di elementi di disturbo ha reso possibile il crearsi di un’oasi di biodiversità: un lago di 680 mq circa che ospita stabilmente almeno 50 individui di tritone alpestre apuano, sia adulti in riproduzione che larve in diverse fasi di sviluppo. Degni di nota sono stati anche dei rospi comuni (Bufo bufo) in accoppiamento nel solito specchio d’acqua.

La scoperta fatta dall’Associazione di Volontariato “Apuane Libere” e dal dottor Gabriele Martinucci è entusiasmante, non solo perché testimonia la meravigliosa tenacia della natura se lasciata al suo corso, ma anche perché con ogni probabilità si tratta di uno dei siti riproduttivi di tritone più importanti dell’intero comprensorio apuano insieme a Cava Valsora. Purtroppo la possibilità concreta di riapertura della Cava Crespina II, espressa con la recente approvazione del PABE (Piano Attuativo di Bacino Estrattivo) che prevede la riapertura della cava, condannerebbe a morte questi anfibi: a causa dei macchinari pesanti in movimento, del materiale lapideo, del disturbo chimico-fisico del lago si danneggerebbe e si comprometterebbe in modo irrimediabile la possibilità di conservare questo sito riproduttivo così importante.

Fivizzano: il lago nato nella cava dismessa
Fivizzano: il lago nato nella cava dismessa

 

Questo lago ricco di tritoni e rospi andrebbe tutelato e protetto da possibili riaperture della cava oggi e in futuro, possibilmente annettendo il lago stesso e i suoi perimetri all’interno delle zone protette e non solo perché si trova in un’area già ad alta valenza naturalistica-ambientale a livello nazionale ed europeo, essendo Parco Regionale delle Alpi Apuane con diversi siti di “Rete Natura 2000” adiacenti, ma anche perché il tritone alpestre apuano è protetto da diverse leggi tra cui la L.R. 56/2000 allegato B ed è inserito negli archivi del repertorio naturalistico toscano Re.Na.To. 2012.

Salvare il tritone e la rinaturalizzazione spontanea di una cava sequestrata non significa solo salvare la biodiversità ma farne un simbolo di rinascita, di sostenibilità e aumentare il valore naturalistico di un luogo tanto straordinario quanto martoriato dalle attività umane come le pendici del Monte Sagro, il monte sacro ai liguri apuani, promuovendo un turismo sostenibile e magari la creazione di un’oasi a scopo didattico, in accordo con le direttive dei nuovi obiettivi europei da raggiungere entro il 2030 che puntano ad ampliare i siti di Rete Natura 2000 già presenti e riqualificare dal punto di vista ambientale luoghi un tempo deturpati. In sintonia con uno sviluppo ecosostenibile e rispettoso di un ambiente che, oggi più che mai, necessita di rispetto e tutela, speriamo in un lieto fine per questo lago, questa montagna e i suoi abitanti.

Grazie all’encomiabile sforzo di tante volontarie e volontari – spiega Gianluca Briccolani presidente di Apuane Libere – abbiamo scoperto questo che pare essere il sito più numeroso di questo importante endemismo animale: che tra le altre cose è il simbolo della nostra associazione. Adesso, dopo la segnalazione inviata al ministero della Transizione Ecologica, ci attendiamo dagli organi competenti in materia ambientale e dalle amministrazioni che governano il territorio una reale tutela di questo importantissimo sito riproduttivo per scongiurare la prevista e scellerata riapertura di Cava Crespina II che, da progetto del nuovo Piano Integrato per il Parco Regionale delle Alpi Apuane, ha intenzione di tornare a escavare proprio all’aperto sul piazzale dove si trova quella vasca”.