Finora i pescatori rischiavano una denuncia penale per trasporto illegale di rifiuti. Il disegno di legge era fermo al Senato da tre anni.
di Gabriella Congedo
Portare a terra la plastica pescata accidentalmente in mare non è più un reato. Ieri è stata approvata in via definitiva la legge “Salvamare”, che era rimasta ferma in Senato dal 2019 dopo l’approvazione alla Camera. A complicare l’iter in aggiunta alle lungaggini parlamentari ci si era messa anche la pandemia.
Finora i pescatori che riportavano a terra la plastica rimasta accidentalmente nelle reti rischiavano una denuncia penale per trasporto illegale di rifiuti. Un’assurdità alla quale volle porre rimedio nel 2018 l’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa scrivendo il Disegno di Legge “Salvamare”. Nessuno poteva immaginare che ci sarebbero voluti quattro anni per tagliare il traguardo.
“Tanti cittadini, tante associazioni ambientaliste (penso a Marevivo per esempio) e tante cooperative di pescatori mi hanno scritto per implorarmi a trovare rimedio – scrive in un post su Facebook l’ex ministro – Io e il mio staff ci mettemmo subito all’opera. Oggi ce l’abbiamo fatta. Adesso chi raccoglie i rifiuti abbandonati in mare non commetterà più reato. Li potrà raccogliere e depositare gratuitamente nelle isole ecologiche appositamente approntate a cura delle Autorità portuali. Questo si potrà fare anche lungo i fiumi, nelle lagune e nei laghi. Sarà sempre l’Autorità di gestione di quello specchio o corso d’acqua a prenderli gratuitamente”.
Fino a oggi i pescatori erano praticamente obbligati a ributtare in acqua tutti i rifiuti che restavano impigliati nelle reti. Se li avessero portati a terra sarebbero diventati automaticamente produttori di rifiuti speciali, con l’alternativa di pagarne lo smaltimento o rischiare multe.
La legge si applicherà anche a laghi e fiumi, semplificherà le procedure per il corretto riuso e smaltimento dei rifiuti e disciplinerà anche l’attivazione di ulteriori campagne di sensibilizzazione e di attività di educazione ambientale nelle scuole e tra i cittadini.
“In Toscana siamo particolarmente felici per questa legge – è il commento di Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – perché nel 2018 fummo i primi (con Regione Toscana, Unicoop Firenze, le cooperative dei pescatori livornesi, CFT e Revet) a concepire una filiera del riciclo dalla plastica in mare fino alla materia prima seconda ricreata a Pontedera, col progetto pilota nazionale «Arcipelago Pulito»; un progetto di cui andare a maggior ragione fieri oggi che un dispositivo salvamare è finalmente legge della nostra Repubblica”.
Quello dell’immondizia del mare è un problema globale: si stima che nel mondo ogni anno si producano 280 milioni di tonnellate di plastica, nel 2050 saranno il doppio e una parte non trascurabile finisce nelle acque marine, con danni incalcolabili per flora e fauna. Il Mediterraneo è un mare semichiuso e il 95% dei rifiuti che vi finiscono dentro è composto da plastica. Aver dato a pescatori e cittadini la possibilità di portarli a terra e smaltirli correttamente forse non risolverà il problema ma è comunque uno strumento importante per il contrasto al marine litter.
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