Al posto del degrado un polmone verde che tra 10 anni assorbirà 170 tonnellate di CO2. Progettazione a cura del neurobiologo vegetale Stefano Mancuso.
Redazione
MONTOPOLI IN VAL D’ARNO (Pi) – Un polmone verde dove c’era il degrado, in grado tra 10 anni di assorbire 170 tonnellate di CO2. È stato inaugurato ieri a Montopoli in Val d’Arno, lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, il primo bosco biosostenibile d’Italia su un’ex area industriale. Un miracolo reso possibile da un investimento di circa 2,2 milioni di euro, grazie al contributo di Unicoop Firenze e dei soci che hanno partecipato al progetto “Abbraccia un albero”, messo a punto in collaborazione con Legambiente, il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso e Pnat, spin-off dell’Università di Firenze.
Il nuovo bosco comprende 3.000 nuovi alberi su una superficie di 6 ettari. In più sono stati mantenuti gli alberi già esistenti. Il progetto di Pnat prefigura che a 10 anni il bosco potrà assorbire 170 tonnellate di CO2 e una mole consistente di altri inquinanti (polveri fini, ossido di azoto, ecc), a 20 anni il “risparmio” di CO2 sarà di 600 tonnellate e a 30 di 1.400 tonnellate.
Dove adesso sorge il bosco c’era un allevamento di suini che ha lasciato in eredità 17.000 tonnellate di rifiuti tra cemento, asfalto e calcestruzzo. È stata necessaria perciò un’imponente opera di bonifica di cui si è fatta carico Unicoop Firenze con la supervisione di Legambiente. Il materiale è stato avviato a riciclo o riutilizzato sul posto, quando possibile.
Lungo il camminamento principale che attraversa l’area sono stati piantati 475 alberi, scelti fra le specie che meglio si adattano al clima della zona: pioppo nero e bianco, salice, acero, frassino, farnia, albero di Giuda, tiglio, liriodendro, noce, carpino. Inoltre sono state messe a dimora altre 2500 piante fra le quali orniello, ontano nero, salicone, ciliegio, corniolo, roverella, nocciolo, alloro. Le vecchie vasche di raccolta ospitano oggi piante acquatiche. L’anfiteatro naturale, delimitato dalla vegetazione, sarà usato come zona di incontro e per eventi.
Sono stati installati anche nidi-casette per le osnie, una varietà italiana di api selvatiche che non produce miele e non è aggressiva, ma svolge l’opera fondamentale dell’impollinazione con un’efficacia di oltre il 90% di fecondazione dei fiori visitati, un indice più alto rispetto all’ape mellifera.
Le casette, collocate a una distanza di circa 80-100 metri, sono azzurro scuro, colore che attira le osmie. All’interno si trovano delle piccole canne, assai gradite a questi insetti, che in natura le prediligono per il proprio nido.
Il progetto prevede anche un’aula didattica-centro conferenze di 200 metri quadri in vetro e legno con impianto fotovoltaico e geotermico. Naturalmente c’è ancora molto da fare ma dal prossimo ottobre il biobosco partecipato di Montopoli in Val d’Arno potrà essere visitato dai cittadini.
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