“Nessuna deregulation ma un aiuto necessario per i Comuni”. Critiche dalle opposizioni, Galletti (M5S): “A rimetterci sarà la Toscana”.
di Gabriella Congedo
Approvata ieri a maggioranza in Consiglio regionale la proposta di legge 92, di iniziativa Pd, che introduce un iter semplificato per i progetti che dovranno accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In sintesi, qualsiasi variante agli strumenti urbanistici vigenti relativa a un progetto PNRR potrà essere approvata speditamente sulla base di un semplice studio di fattibilità e di una dichiarazione di pubblica utilità e indifferibilità dell’opera, bypassando le procedure di VIA e valutazione paesistica previste dall’attuale legislazione. Lo scopo è quello di far presto per rispettare la scadenza insindacabile del 21 dicembre 2026 imposta dal Next Generation EU.
Nessuna deregulation, hanno spiegato i consiglieri di maggioranza anticipando le critiche, ma l’esigenza di aiutare i Comuni toscani alle prese con le tempistiche stringenti dei progetti del PNRR con misure temporanee. “Con questa legge – ha spiegato in aula Lucia De Robertis, consigliera Pd e presidente della Commissione Territorio e Ambiente – si introduce nella normativa regionale una disciplina speciale e a termine, necessaria per favorire la piena realizzazione dei progetti di opere pubbliche e di interesse pubblico sostenuti dalle risorse del PNRR e dal fondo complementare”. Quanto alle associazioni ambientaliste contrarie alla legge, “pur invitate alle consultazioni non si sono presentate”.
E a proposito di associazioni ambientaliste, lo scorso dicembre erano state Legambiente e Italia Nostra le prime a dichiarare guerra alla proposta appena depositata da sedici consiglieri di maggioranza. Legambiente l’aveva definita “inaccettabile”, ancora più duro il giudizio di Italia Nostra che aveva parlato di “proposta di legge eversiva”. Da lì in poi il coro dei “no” è diventato un fiume in piena mettendo d’accordo, per una volta, tutta la galassia ambientalista.
Di sicuro non mancheranno le reazioni adesso che la proposta è diventata legge. Intanto si fa sentire la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Toscana Irene Galletti. La Toscana, spiega, partiva avvantaggiata nello spendere bene i soldi del Pnrr grazie alla legge Marson, la legge n. 65 del 2014, una legge faro in Italia per la gestione e tutela della qualità del paesaggio e dell’urbanistica. Invece “in questi otto anni la maggioranza che è stata al governo, e che ha voluto quella legge, non è stata in grado di finanziarla e di dotarla delle opportune risorse umane, per arrivare, oggi, a dover riconoscere di non avere gli strumenti per poter intercettare presto e bene questi soldi del Pnrr“. A rimetterci, secondo Galletti, sarà la Toscana: “Le opere che verranno costruite saranno ben poco transitorie e insisteranno sul nostro territorio per decenni, e se mal costruite potrebbero provocare un danno ben maggiore dei soldi che riusciremo a intercettare”.
Aggiungi un commento