Mondo Bio

Primo passo verso il distretto biologico di Firenze e della Città metropolitana

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Campagna di Bagno a Ripoli con Firenze sullo sfondo (foto Associazione nazionale Città dell'Olio)

Il progetto è stato lanciato da Comune di Firenze e Anci Toscana. Se ne è parlato giovedì 7 aprile in un incontro a palazzo Medici-Riccardi.

 

di Alberto Bencistà

FIRENZE – Giovedì 7 aprile si è tenuto a Palazzo Medici-Riccardi l’incontro organizzato dal Comune di Firenze, introdotto e concluso dall’assessora all’Ambiente e all’Agricoltura urbana Cecilia Del Re, per presentare “Il progetto del distretto biologico in cammino tra Agricoltura Biologica, innovazione, cultura e sfide globali”.
È un tema di grande attualità a livello nazionale e regionale. Basti ricordare che la nuova legge nazionale sull’agricoltura biologica, approvata in via definitiva dal Senato il 2 marzo scorso, all’art. 13 norma i Distretti biologici, sui quali la Regione Toscana aveva già legiferato fin dal 2019 grazie all’iniziativa dell’assessore Marco Remaschi con la legge regionale n. 51.

Non intendo fare il resoconto cronachistico dell’incontro quanto svolgere alcune considerazioni e commenti, considerando l’evento solo l’inizio di un percorso partecipato e multidisciplinare od olistico, come piace dire a noi cultori della materia.
Intanto è già un fatto straordinario che il Comune di Firenze si occupi di agricoltura e addirittura della frontiera più avanzata, cioè di quella biologica, con dichiarazioni esplicite di volersi dotare di uno strumento fondamentale come appunto il Distretto biologico da parte del sindaco Dario Nardella e dell’assessora Cecilia Del Re.

Altro fatto rilevante è che alla discussione abbiano partecipato – e preso l’impegno a sostenere il progetto – la Regione Toscana, la Camera di Commercio, l’Università di Firenze, l’ANCI Toscana, Federbio Toscana, ToscanaBio e con motivazioni differenziate Coldiretti, CIA, Unione Agricoltori Firenze e Lega delle Cooperative. In più la presenza di numerosi sindaci e assessori interessati anch’essi al progetto, che l’assessore Del Re ha definito inclusivo e aperto al confronto con tutti i Comuni confinanti. Insomma un’ottima base di partenza per un costituendo comitato promotore.

A mio parere l’iniziativa congiunta di ANCI Toscana e del Comune di Firenze può rappresentare infatti il decollo definitivo della legge regionale che fino ad ora registra il solo Comune di Fiesole come primo e unico distretto biologico approvato, anche se sono già sulla rampa di lancio i Comuni di Calenzano e di Carmignano e probabilmente altri di cui non abbiamo notizie.

Le prossime tappe del percorso saranno dunque quelle previste dalla legge n. 51/2019 all’art. 4 par. 1 (Il distretto biologico si costituisce mediante accordo tra soggetti pubblici e soggetti privati che operano in modo integrato nel sistema produttivo locale…) e in base ai requisiti minimi richiesti al par. 4 (All’accordo devono aderire: a) almeno tre imprenditori agricoli biologici iscritti nell’elenco pubblico degli operatori dell’agricoltura e dell’acquacoltura biologiche) e un terzo dei Comuni del territorio del distretto, che si devono impegnare ad adottare politiche di tutela dell’uso del suolo, di riduzione della produzione di rifiuti, di difesa dell’ambiente e di promozione delle produzioni biologiche e di difesa e sviluppo dell’agrobiodiversità ) in presenza di una SAU biologica pari almeno al 30% della superficie agricola totale.

Nel mio intervento ho ricordato per grandi linee la storia dei biodistretti definendola una bella storia italiana, perché dei circa sessanta operanti nel mondo oltre quaranta sono stati costituiti in Italia a partire dal primo, quello del Cilento (Salerno) con delibera della Regione Campania del 2009. Poi il modello dei biodistretti AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) si è esteso in molte Regioni italiane a iniziare dalla Toscana dove nel 2012 nasce quello di Greve in Chianti e poi quelli di San Gimignano, Casentino, Valdichiana Aretina e Amiata.

AIAB ha avuto il grande merito di attivare questa modalità innovativa dei biodistretti ed è sulla base di queste esperienze che avviene il riconoscimento del modello da parte del legislatore nazionale e regionale portando a sintesi le esperienze collaterali dei distretti rurali e delle comunità del cibo e, come io auspico, anche quelle delle comunità energetiche.

Di tutto questo abbiamo parlato nel primo incontro fiorentino sul costituendo distretto biologico, avviando una discussione che, spero in tempi brevi, porti a decisioni operative, grazie anche alla svolta politica e culturale delle istituzioni europee che con i programmi del New green deal e Farm to fork e poi con la PAC (Politica Agricola Comune) hanno messo a disposizione degli Stati membri risorse ingenti per rafforzare la sovranità alimentare dell’Europa grazie a una nuova visione dell’agricoltura fondata sui valori dell’agroecologia anche come risposta ai cambiamenti climatici.

Purtroppo oggi dobbiamo mettere in contro anche le conseguenze drammatiche dal punto di vista umanitario, ambientale, economico e sociale della guerra provocata dalla Russia contro l’Ucraina, rispetto alla quale non possiamo che auspicare che siano ascoltati gli appelli alla pace di Papa Francesco, ai quali ci uniamo insieme, spero, a tutto mondo ambientalista.

Alberto Bencistà

 

Alberto Bencistà è stato sindaco di Greve in Chianti, assessore della Regione Toscana all’Agricoltura e Foreste, presidente Diritto allo Studio Universitario. Fondatore e presidente del biodistretto di Greve in Chianti (2012), primo biodistretto della Toscana, è attualmente presidente di ToscanaBio per la Sostenibilità e Federbio Toscana.

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