Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Troppi rifiuti attorno e dentro di noi. Fino a quando?

rifiuti-plastica-packaging_Toscana-ambiente

Nonostante le direttive europee la plastica monouso continua a fare la parte del leone. E in Italia il packaging riciclabile copre appena il 6,2% del mercato.

 

di Sandro Angiolini

Questa settimana torno su un tema a cui ho già dedicato alcune puntate precedenti, ma con un’angolazione un po’ diversa. Su alcune testate giornalistiche è infatti uscita una notizia/commento sulla diffusione del packaging (leggi confezioni) riciclabile. Attualmente in Italia siamo appena al 6.2%, ma gli esperti ritengono che nel giro di pochi anni questa cifra raddoppierà. Anche perché sembra che oltre la metà degli Italiani sia disposta a spendere qualcosa in più se la marca che hanno di fronte si impegna realmente per la sostenibilità (e adottare una confezione più sostenibile è di solito più semplice che rivedere completamente la propria organizzazione produttiva…).
Su scala globale invece ci si attende che il mercato delle confezioni fatte di materiali riciclabili aumenti la propria presenza del 60% entro il 2028, raggiungendo allora un valore complessivo di circa 415 miliardi di dollari.
Tutto bene dunque? Non esattamente; vediamo perché:

– le crisi a ripetizione che stiamo di recente vivendo (pandemia, guerra in Ucraina, etc) stanno colpendo duramente fasce sempre più ampie della popolazione: è probabile che queste si indirizzino verso prodotti di minor costo/qualità dove l’attenzione al packaging sostenibile sia minima;

– un tale ragionamento vale anche per le commesse degli enti pubblici: potrà un Paese indebitato come il nostro organizzare gare di affidamento di pasti a mensa tenendo adeguatamente conto di aspetti legati alla sostenibilità dei prodotti forniti? In parte sì, perché l’aumento tendenziale della superficie a biologico (e quindi della disponibilità di alimenti bio) e la crescente domanda di cibi sani favorirà questo approccio, ma da qualche parte i soldi andranno trovati, e noi non siamo affatto messi bene, anche se è vero che ci si sta muovendo di più per ridurre gli sprechi in campo alimentare;

il livello di educazione/sensibilizzazione in materia è secondo me ancora limitato. Vedo attorno a me troppi esempi di feste ed eventi dove si potrebbero tranquillamente utilizzare posate/stoviglie riciclabili ma non viene fatto (nonostante le direttive europee).
E soprattutto continuo a trovare ovunque (la sottolineatura non è casuale) mascherine per il volto gettate a terra. Perché siamo così stupidi e/o pigri? A voi la risposta, che non può essere banale.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.