Il famoso guru indiano Sadhguru percorrerà 30mila Km in moto per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla difesa del suolo.
di Sandro Angiolini
La notizia della settimana in campo ambientale poteva essere benissimo il comunicato congiunto che il 17 marzo hanno emesso le tre più importanti associazioni ambientaliste italiane (Greenpeace, Legambiente e WWF) su come affrontare la crisi energetica in modo razionale, andando ben oltre i limitati programmi del Governo attuale. Vi invito comunque a consultare la video-scheda.
Ma preferisco divulgare qui più ampiamente una notizia se vogliamo “minore”, uscita lo stesso giorno su un giornale inglese, che mi ha molto incuriosito. Un guru indiano di nome Sadhguru (Jaggi Vasudev) ha infatti annunciato che il 21 marzo partirà per un viaggio in moto da Londra all’India lungo 30.000 km per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul tema della difesa del suolo.
Le riflessioni sono ovviamente molteplici. Da un lato viene in mente il libro capolavoro dello scrittore e filosofo Robert M. Pirsig, “Lo Zen e l’arte della manutenzione della bicicletta”, che se non avete ancora letto vi consiglio di comprare. Dall’altro mi ha stimolato la scelta del tema, che di solito viene relegato a pochi tecnici e specialisti: cosa facciamo per tutelare la nostra terra, intesa in senso letterale?
Presi dalla crisi pandemica, dalla lotta al cambiamento climatico, e più recentemente dalla minaccia di una guerra in Europa, credo che l’attenzione dedicata al suolo sia ai minimi storici. Anche se ogni anno continuiamo a perdere terreno utile a causa di erosione, desertificazione, cementificazioni e scarsa e/o inappropriata manutenzione.
Ben venga quindi l’originale iniziativa del 64enne guru, che con il supporto di famosi personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo ha già programmato lungo il suo viaggio di circa 100 giorni eventi ad Amsterdam, Berlino, Ginevra e Tel Aviv.
Durante questi incontri Sadhguru ricorderà ai presenti l’importanza di mantenere il più possibile coperto il suolo con piante e colture, di favorire quindi la riforestazione delle aree colpite da incendi, di aiutare gli agricoltori che si dedicano a interventi per la sua protezione. E, suppongo, anche di limitare il consumo di suolo per nuovi alloggi e strade. Se vogliamo assicurarci un futuro migliore, oltre a risparmiare energia, dovremo stare molto attenti a non consumare il suolo su cui camminiamo: per ricrearne uno simile normalmente occorrono quasi 500 anni.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
Aggiungi un commento