I ristoranti dovrebbero adottare un consumo consapevole e utilizzare risorse rinnovabili come il tessile al posto della carta e del TNT monouso.
di Ottone Galimberti
Il settore della ristorazione produce tonnellate di rifiuti ogni anno. Diversi studi hanno dimostrato che la maggior parte di questi rifiuti è rappresentata da carta e cartone che difficilmente possono essere riciclati perché sporchi o non più riutilizzabili. Diverse linee guida europee suggeriscono d’altra parte che la nuova ristorazione debba necessariamente adottare un approccio di tutela dell’ambiente.
Le tendenze attuali indicano che i ristoranti devono rispettare una serie di regole come fare la raccolta differenziata e avere un consumo consapevole e senza sprechi di energia, acqua, riscaldamento ed elettricità. In più dovrebbero ridurre l’uso di additivi chimici e utilizzare, quanto più possibile, risorse rinnovabili: dai mobili alle stoviglie agli utensili in cucina. Tutto dovrebbe essere pensato per avere un secondo utilizzo.
Capiamo bene come il tovagliato di cotone ricopra un ruolo fondamentale e sia assolutamente coerente e in linea con le tendenze più recenti. Il tessile di cotone, infatti, può essere riutilizzato in quanto lavabile. E’ importante comunque che provenga da risorse naturali e organiche, oppure che abbia origine da tessile di scarto certificato. In ogni modo, essendo riutilizzabile, il tessile consente di evitare il monouso e di ridurre l’impatto ambientale e la quantità di rifiuti prodotti dal ristorante.
Il cotone, inoltre, è una fibra estremamente resistente. Diversi studi dimostrano che il tovagliato può sopportare in media più 200 lavaggi industriali prima di essere sostituito. Nelle più moderne lavanderie viene riciclata circa il 75% dell’acqua mentre la restante viene scartata dopo essere stata appositamente depurata. È nell’interesse della lavanderia quindi adottare un approccio di risparmio energetico al fine di diminuire i costi e l’impatto sul pianeta. Anche per questa ragione parte dell’energia consumata dalle lavanderie proviene da fonti rinnovabili e sostenibili.
Al termine della sua vita utile, poi, al tessile di cotone viene data una seconda possibilità: può essere ri-confezionato e trovare nuova applicazione in altri settori come le officine, le imprese di pulizia o qualsiasi attività in cui si può aver bisogno di tessuti assorbenti per pulire. Negli ultimi anni sono nate nuove forme di riciclo e alcune aziende si sono specializzate nella produzione di filati generati proprio da tessuti di scarto: i tessuti vengono immagazzinati, cerniti per colore e natura e infine sminuzzati per ottenere una poltiglia che viene poi lavorata e trasformata in filo impiegato per una vasta gamma di prodotti.
Emerge chiaramente, secondo noi, l’approccio che un ristoratore del futuro può e dovrebbe avere: una ristorazione attenta al pianeta, con impatto tendente a zero, che trova valore in ciò che prima veniva scartato. Il tovagliato di cotone, in quanto resistente, lavabile e riutilizzabile, rappresenta una perfetta alterativa alla carta monouso. In un mondo in cui i consumatori diventano sempre più attenti e responsabili occorrono imprenditori che orgogliosamente decidono di “non tagliare piante” per il gusto di farlo ma che facciano crescere campi di fiori di speranza per un mondo migliore.
Ottone Galimberti ha 25 anni ed è responsabile marketing e vendite presso l’azienda tessile Carlo Lamperti. Dopo gli studi in Economia Aziendale decide di affiancare il padre nell’attività di famiglia, lavorando nell’ufficio commerciale nella gestione e il coordinamento di tutte le attività di vendita, comunicazione e marketing. Si definisce di “poca esperienza ma con tanta energia, intraprendenza e voglia di fare”.
Aggiungi un commento