Ecosistema

Mappe genetiche per salvare le farfalle dell’Arcipelago

Foto Legambiente Arcipelago
Foto Legambiente Arcipelago

Le farfalle scomparse di Capraia e il Santuario dell’Isola d’Elba. Le specie che rendono elevata la biodiversità delle isole sono anche quelle che con un tasso di estinzione più alto.

REDAZIONE

ISOLA D’ELBA (LI) – Una buona parte del fascino delle isole risiede nella loro “diversità”, che fin dai tempi antichi ha attratto l’attenzione di biologi e naturalisti. Come funziona l’evoluzione in un’isola? Quali sono i fattori che rendono così unico e fragile l’ecosistema insulare rispetto alle zone circostanti, con una storia evolutiva che può culminare con l’estinzione di intere specie viventi?

Lo studio Rise and fall of island butterfly diversity: Understanding genetic differentiation and extinction in a highly diverse archipelago”, pubblicato sul numero di ottobre di Diversity and Distributions cerca di fornire alcune risposte attraverso le farfalle dell’Arcipelago Toscano. E non si tratta di risposte facili, visto che per terminare questo studio ci sono ci sono voluti 15 anni di lavoro da parte di un team di  ricercatori coordinato da Leonardo Dapporto, del Dipartimento di biologia dell’università di Firenze.

Un lavoro che ha portato alla mappatura genetica – con la tecnica del barcoding – di 1303 farfalle. «I risultati – dicono i ricercatori – mostrano come alcune caratteristiche ecologiche delle diverse specie possano facilitare la differenziazione genetica tra isole, ma anche renderne più probabile l’estinzione, generando ed erodendo, in un processo continuo, la biodiversità insulare».

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 Alla base di questa complessa indagine c’è l’analisi di un gene molto particolare e importante: il gene mitocondriale per la citocromo ossidasi (COI). Questo gene è caratterizzato da un‘altissima variabilità e le informazioni in esso contenute possono spiegare molto della storia di una popolazione animale e delle forze ambientali a cui è sottoposta. In questo studio, i ricercatori hanno raccolto e determinato la sequenza del gene COI  in esemplari di tutte le 48 specie che vivono nelle sette isole dell’Arcipelago Toscano.

Il confronto con esemplari di Sardegna, Corsica e Toscana ha permesso di capire quali specie di farfalle dell’Arcipelago Toscano siano endemiche e da quale settore del Mediterraneo abbiano colonizzato in origine le sette isole. Lo studio ha anche messo in evidenza come alcune caratteristiche (capacità migratoria, uso di piante ospiti, tolleranza al clima) potrebbero aver facilitato nel corso dei millenni la differenziazione di alcune specie, ma al tempo stesso potrebbero facilitarne, oggi o in prossimo futuro, l’ estinzione».

«Il dato principale, e purtroppo allarmante, che emerge dalla ricerca – sottolinea Dapporto – è che le specie che rendono elevata la biodiversità di queste isole sono anche quelle che hanno mostrato un tasso di estinzione più alto negli ultimi dieci anni. In particolare l’isola di Capraia ha visto svanire una parte considerevole della propria diversità di farfalle, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici e della carenza di copertura forestale che avrebbe potuto mitigare gli effetti delle temperature crescenti. Questo lavoro, identificando quali siano per ogni isola le specie che contribuiscono maggiormente alla diversità genetica, rappresenta non solo uno straordinario strumento conoscitivo per capire i meccanismi che regolano l’origine della diversità insulare, ma anche una risorsa essenziale per la conservazione della diversità delle farfalle».

Ma le notizie non sono solo cattive. All’Isola d’Elba da quasi dieci anni è stato creato il Santuario delle Farfalle di Monte Perone: un magnifico percorso di due Km con 50 cartelli che illustrano quasi tutte le specie di farfalle e i loro habitat e le principali caratteristiche ambientali e biogeografiche che rendono questo luogo così importante per questi animali.

Inaugurato nel 2009, è stato dedicato da Legambiente ed Enel alla memoria di Ornella Casnati, la fotografa naturalistica di Legambiente Arcipelago Toscano che ha dato un contributo essenziale alla scoperta di una farfalla rarissima, la Zerynthia cassandra. Da lì è iniziata un’avventura scientifica che ha portato alla conferma della presenza di altre specie rare e di un’eccezionale biodiversità di farfalle all’Elba e nelle altre isole dell’Arcipelago toscano. 

La ricerca – aggiunge Dapporto – indica che, se anche è vero che la presenza di un Parco Nazionale su queste isole e del Parco Regionale della Maremma sulla vicina costa toscana rappresentano un elemento fondamentale per la conservazione delle farfalle e dei loro ambienti, di fronte a cambiamenti globali così intensi e rapidi come quelli che stiamo vivendo le strategie di pura conservazione possono non essere sufficienti a conservare l’intera fauna di farfalle. In questi casi sono necessarie azioni per migliorare, e non solo conservare, la situazione attuale».

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