Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Il turismo post pandemia sarà più sostenibile? Intanto Machu Picchu vara il numero chiuso

turismo-sostenibile_Toscana-ambiente

L’era del turismo di massa non è finita ma stanno aumentando anche in Toscana le proposte alternative e “slow”, dal trekking alle settimane in bici.

 

di Sandro Angiolini

La notizia della settimana arriva dal Perù, da uno di quei posti dove molti di noi vorrebbero probabilmente essere già stati: l’antica cittadella Inca di Machu Picchu, posta a 2.430 metri di altezza. Già, perché da oggi sarà un po’ più difficile farlo. La terza destinazione archeologica più importante al mondo cambia infatti il proprio stile di accoglienza con l’intenzione di una maggiore salvaguardia ambientale. Ha introdotto un numero massimo di visitatori pari a 3.500 persone/giorno, tutti guidati: 1 milione 270 mila l’anno. Da tenere sotto controllo affinché non lascino troppi rifiuti in giro, tra un selfie e l’altro.
Il Perù vuole “decarbonizzarsi” entro il 2050 e avvia perciò nuove riserve marine e promuove l’agricoltura tradizionale pro-biodiversità. Non tutte le sue azioni, però, appaiono coerenti: ci sono molti dubbi sull’apertura di un nuovo scalo internazionale sulle Ande da circa 6 milioni di passeggeri l’anno.

Cosa ci dice tutto questo? Di sicuro l’era del turismo di massa non è finita: molti luoghi turistici al mondo continueranno a ricevere milioni di persone l’anno (vedi le nostre città d’arte). Ma è realistico pensare che, per altrettante località turistiche, entrino in funzione norme e sistemi per limitare il degrado che purtroppo spesso si è accompagnato alla “valorizzazione” turistica di un sito.

Anche qui siamo di fronte a una questione assai complessa. Da un lato il turismo è stato il settore più colpito dalla pandemia, e per molte zone del pianeta rimane una delle poche fonti di reddito possibili. Aggiungo che rappresenta una delle attività che più associamo a concetti positivi come libertà, progresso, cultura, benessere.
Dall’altro però è altrettanto vero che chi vi è coinvolto non ha sempre tenuto conto dei suoi limiti oggettivi, commerciali e ambientali: imprenditori che fanno a botte per allargare la propria struttura, amministratori che promettono di tutto di più e purtroppo anche turisti assuefatti al “mordi e fuggi”, che non si preoccupano più di tanto del rispetto dei luoghi (e delle persone) che visitano.

Si assiste così a un ciclo già noto: posti bellissimi che per 30-40 anni sono iper-sfruttati, per poi pagare le conseguenze di un tale sfruttamento ed essere quasi dimenticati, finendo per collocarsi in una fascia bassa di mercato (che li spinge ancora più in basso nella graduatoria dei potenziali visitatori).

La pandemia ha fatto capire a molti che il turismo sta cambiando: un po’ più consapevole, più attento alla sua sostenibilità e alla sicurezza in generale, speriamo anche meno concentrato in poche settimane dell’anno (lo smart working dovrebbe aiutare in questo senso). Più interessato anche a luoghi finora giudicati “minori”, ma vicini e sconosciuti quanto una montagna sulle Ande.
Gestori e amministratori pubblici sapranno raccogliere questa sfida? I tour operators già lo stanno facendo, e anche in Toscana il numero di offerte di trekking e di settimane in bici cresce esponenzialmente. Con questa diversificazione forse potremo evitare di introdurre qualche forma di controllo sugli accessi alle nostre città d’arte.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.