Qualcuno l’ha già fatto. Se ne parlerà giovedì 23 dicembre durante un incontro in diretta Facebook organizzato dall’associazione Ecolobby.
Il diritto al clima esiste e può essere fatto valere davanti al giudice. Non è solo un’ipotesi di scuola ma una realtà. Giudizio Universale è la causa che 200 privati cittadini e 24 associazioni hanno intentato allo Stato italiano per inadempienza sulla crisi climatica. L’assunto di partenza è che oggi i cambiamenti climatici rappresentano un’emergenza ambientale globale e minacciano il godimento dei diritti umani fondamentali come il diritto alla vita e quello alla salute. Tra di essi, spiegano i promotori, va ricompreso anche il diritto a un clima stabile e sicuro, dal momento che le condizioni climatiche influenzano la tutela degli altri diritti.
L’azione legale è indirizzata allo Stato italiano attraverso un atto di citazione davanti al Tribunale Civile di Roma. Nell’atto si contesta la condotta illecita dello Stato che non è riuscito ad attuare una politica climatica efficace per abbattere drasticamente le emissioni di gas serra.
In tutto il mondo l’approccio di portare in tribunale Stati e multinazionali sta dando risultati e sentenze favorevoli. Che sia l’unica via, o comunque una via da tenere in sempre maggiore considerazione?
Per discutere di tutto questo l’associazione Ecolobby incontra Luca Saltalamacchia, avvocato di Giudizio Universale e della Rete Legalità per il Clima, che sta intentando anche altre cause sempre sul medesimo tema.
Giovedì 23 dicembre ore 18,30 in diretta dalla pagina Facebook di Ecolobby.
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