Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Per fare il seme ci vuole un albero… anzi tre miliardi

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E’ appena partita la campagna dell’Unione Europea per piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030. Obiettivo, arrestare la perdita di biodiversità.

 

di Sandro Angiolini

Ok, ho parafrasato in maniera ardita il verso di una famosa canzone di Sergio Endrigo, composta assieme all’altrettanto famoso Giovanni Rodari, ma capirete presto il senso di questa operazione. Il 9 dicembre il Commissario Europeo all’Ambiente (un politico lituano dal cognome impronunciabile e difficilmente scrivibile per noi poveri latini) ha infatti dato il via alla campagna per piantare 3 miliardi di nuovi alberi da qui al 2030. Ovviamente nell’ambito dell’impegno UE per la lotta al cambiamento climatico.

In particolare il Commissario ha lanciato una piattaforma dove le varie associazioni, privati cittadini e altri soggetti possono tracciare ogni nuovo albero che impiantano. Così da poterne verificare posizione, età, e altre caratteristiche. Nota importante: sono ammessi solo alberi che contribuiscono al mantenimento e miglioramento della biodiversità locale: se qualcuno ha in mente di piantare una sequoia in Italia forse è meglio che lasci perdere…
Tre miliardi di alberi non è poca roba, ma neanche un’impresa impossibile, e questa iniziativa fornisce secondo me un “cappello” interessante a tante piccole iniziative che erano già in corso o in progettazione.

Ci sono anche altre considerazioni opportune:
– la prima riflessione è proprio legata a quanto evidenziato sopra: negli anni scorsi, anche da parte di imprenditori agricoli, sono stati realizzati vari interventi di rimboschimento, ma troppo spesso soffrivano di diversi problemi: le specie impiantate erano sempre più o meno le stesse, la disposizione troppo regolare, l’attenzione al possibile uso multiplo del nuovo bosco (per es. alla fruizione turistica o alla produzione di miele) quasi nulla. Questo ha influito sull’accettazione di questo tipo di impianti e ha in pratica reso ininfluente il loro contributo alla biodiversità;

– esiste probabilmente una certa diffidenza, se non proprio rigetto, del fatto che in questi ultimi decenni la superficie boschiva si sia allargata a discapito di quella agricola, come è avvenuto per esempio in Toscana e Italia. Molti vorrebbero avere di fronte un paesaggio perfettamente “in ordine”, dove ogni particella di terreno è pulita e ben delimitata rispetto a quelle circostanti. La visione di una massa più o meno informe di vegetazione di vario tipo (erbacea, cespugliosa, alberata) non suscita attualmente la stessa simpatia: non è di moda. Credo che sia un limite culturale: come esseri umani non possiamo “comandare” la biodiversità e dovremmo ampliare la nostra percezione ordinaria per apprezzare, in ultima istanza, ogni manifestazione della Natura.

Ecco perché ho scelto oggi il titolo di questo blog: il “seme” che i nuovi miliardi di alberi possono piantare è soprattutto quello di una nuova, arricchita consapevolezza da parte di tutti sul significato e sulle potenzialità del bosco come ambiente comune e vicino a noi. Anche questo vuol dire guardare Oltre la siepe.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.